La velocità è un concetto relativo o assoluto? Diciamo che il più titolato a dire la sua in merito con reale cognizione di causa e una buona dose di equazioni a dimostrazione, fu Einstein. Si, prima di lui anche Galileo aveva buttato giù qualcosa, ma non è che l’avesse proprio azzeccata, ecco…

Questo mese ci proviamo noi di Wheelz. Attenzione però, niente storie da E=mc2. 

In generale per noi velocità farà sempre rima con “ruote che mangiano asfalto”. Ma a monte di tutto, sono molti i modi di intendere il concetto di fast, anche quando non c’è di mezzo un motore endotermico. Ecco perché abbiamo voluto dedicare il mese di Maggio alla velocità in senso lato, sia essa di movimento, di pensiero o d’azione.

Passiamo buona parte dell’anno col piede o la mano incollati all’acceleratore, dovremmo avere una certa familiarità, dunque, con il concetto di velocità. Eppure alcune storie ci colpiscono ancora. E vanno raccontate.

In occasione della Fast Issue, ve ne presentiamo tre, molto diverse tra loro per protagonisti, spirito e approccio a questo concetto, assoluto fino a prova contraria.

In realtà le storie sono quattro. Stavamo andando così veloci da dimenticarne una, quella del nostro narratore, il nostro bardo. Colui che farà da fil rouge al racconto e, in una versione del tutto 3.0 del ruolo, lo farà a ritmo di rap. Tommaso Rigoli, aka Chino Seleção, è pioniere dell’Italian Baile Funk, con due hit in uscita per l’estate. Tommy è anche “il freestyler più veloce del west”. Nessuno meglio di lui poteva incarnare la velocità di parola.

In sella allo scooter elettrico retro-avantgarde BMW CE04, è partito per un viaggio silenzioso per incontrare altri pionieri della velocità: parliamo di accelerazione digitale, aerei ultraleggeri da record e, infine, di chi del tempo e del design ha fatto una professione. Pronti a correre veloci?

MEET 1 | Velocità di parola vs Velocità di pensiero

Entrare nel mondo di un digital innovation studio è un’esperienza che può risultare tanto esaltante, quanto disorientante. I parametri e i punti di riferimento canonici, infatti, sembrano ribaltati, spostati “tre metri più in là”, a dir poco. Si guarda al futuro, perché ci si è già. E lo si vuole vivere ogni giorno creando e costruendo la sua versione migliore. È questa la filosofia alla base di Notomia, digital innovation studio milanese di cui Andrea Eusebio è Fondatore e CEO. Tommy è andato a incontrarlo e, tra un caffè e un battery recharge nella colonnina aziendale alimentata a pannelli solari, ha scoperto che andare veloci è una forma di responsabilità sociale.

Significa aprire una strada virtuosa dove gli altri non hanno ancora messo piede, significa poter tracciare una via migliore della precedente. Significa parlare di digitalizzazione e sostenibilità come se fossero due sistemi simbiotici, indispensabili l’uno all’altro.

Andare veloci non è importante perché si arriva primi: andare veloci è essenziale per scegliere l’orizzonte migliore. E più green. 

Per farlo, la velocità di pensiero è indispensabile. La stessa che nel 2019 ha spinto Andrea a creare Notomia e che oggi guida lui e il suo team ad evolvere continuamente, a ritmo sostenuto. Evoluzione. Termine chiave anche quando si parla di elettrificazione. Con CE 04 BMW Motorrad non ha proposto un esercizio di stile: ha unito il futuro della mobilità agli stilemi più alti del design, rendendoli fruibili, intelligenti ed emozionanti. In sella a CE 04 ci si muove veloci, certo, ma non per arrivare primi. Se mai per ESSERE i primi. Gli early adopter, forse, salveranno il mondo…

MEET 2 | Velocità di parola vs Velocità d’azione

Su un aereo ultraleggero a 10.000 piedi si può volare a più di 400 km orari. Se poi si tratta di un Risen, lo si può fare consumando la metà del carburante necessario ai competitor. Stessa velocità, consumi dimezzati. Quando Tommy arriva all’hangar di Porto Aviation Group sa che si troverà di fronte all’aereo detentore del Record Mondiale di Velocità della Categoria Ultraleggeri e all’uomo che gli ha dato vita. 

Alberto Porto, CEO della società, si racconta come un bambino affascinato (e sedotto) dalla velocità intesa come performance, bassi consumi e lungo raggio. Che in altre parole equivale a rendere possibile l’impossibile. E di farlo volare. 

Italo-argentino, ingegnere aeronautico, progettista e pilota, nella sua concezione di fast coesistono le parole efficienza e minimo dispendio energetico. Parametri fondamentali non solo nel mondo degli ultraleggeri, ma anche in quello dei veicoli elettrici. I Risen non assomigliano a nessuno. Il design di questi ultraleggeri è unico, inusuale, ad alto tasso tecnologico. Ricorda nulla? 

Come sostiene Alberto, forse oggi non è possibile inventare qualcosa da zero, ma di certo l’impegno nella ricerca, la volontà di innovare nell’interesse dell’utente e la tenacia nel perseguire l’obiettivo sono determinanti per costruire qualcosa di realmente innovativo e rivoluzionario. Il futuro? Un Risen elettrico. Non solo le ruote: anche le ali vanno in questa direzione…

MEET 3 | Velocità di parola vs lentezza

Per chiudere il cerchio, non esisterebbe velocità senza lentezza. O forse, il concetto di velocità è davvero relativo. Chi è il detentore del sapere del tempo? È colui che ne conosce i meccanismi e che gli può dare e ri-dare vita. 

Tra le rotaie dei tram e i murales milanesi esiste un angolo fuori dal tempo. Si tratta del laboratorio di Francesco De Honestis, tra i più apprezzati maître horloger in Europa, che all’interno del suo spazio ospita anche il Piccolo Museo dell’Orologio, collezione privata di pezzi significativi e memorabilia legati al mondo dell’orologeria, dell’aviazione e della moda.  

Francesco ha raccontato a Tommy che la prima volta in cui ha visto l’esploso di un orologio era terrorizzato: pensava che non sarebbe mai stato in grado di rimontare tutte quelle componenti alla perfezione. Essere un orologiaio non significa solo sistemare o ricostruire orologi, ma anche ascoltarli, decodificarli, capirli. L’immagine di un orologio ci fa pensare a un segnatempo, allo scorrere veloce delle lancette sul quadrante; avere a che fare con un orologiaio inverte la rotta: il suo tempo scorre a un ritmo diverso e diventa l’elemento prezioso per la messa a punto definitiva dell’oggetto. Siamo davanti all’elogio della lentezza, concentrata e perfetta.

Il tempo, se lo si sa ascoltare, parla chiaro. L’evoluzione tecnica e tecnologica ci ha portati dalle prime cipolle da taschino, fino agli orologi anni ‘80 e ‘90 dotati persino di radio e altre funzionalità tech che ad oggi non sono nemmeno più in voga. Tanti orpelli, sì, ma la meccanica rimane il vero core: nel tempo si è tornati all’essenziale. Al movimento, alle linee pulite e al design. Ma con un occhio puntato sempre verso il futuro. Dagli orologi del ‘600 fino agli smartwatch, l’evoluzione del tempo si traduce soprattutto in funzionalità. 

E funzionale, secondo Francesco, è anche l’evoluzione green della mobilità. Da daily commuter su due ruote, quando ci parla del percorrere le strade di Milano nel tragitto casa-lavoro o negli spostamenti del weekend, gli si illuminano gli occhi nel pensare di farlo in modalità silenziosa e a bassa velocità, sapendo di poter battere il tempo al semaforo qualora scatti la molla. Un’esperienza sensoriale, come la descrive, per godere appieno del ticchettio della città.