Sì, sono di parte, ma lei è proprio bellissima. L’ho voluta da quando l’ho vista la prima volta. È la classica cotta da ragazzino: quella tipa conosciuta di sfuggita, con cui hai scambiato 2 parole 2 durante la vacanza al mare. E una volta in città non riesci a toglierti dalla testa il suo sorriso, la pelle abbronzata, le curve sinuose. Quella che passano gli anni, ma sai che prima o poi la rincontrerai, è scritto. E infatti così è stato. Non vi racconto tutta la storia altrimenti mi sfanculate. Vi basti sapere che la mia “piccola” è una Mitsubishi Pajero Sport K90 del 2001.

Il nome Pajero è una leggenda nel mondo offroad. È sinonimo di affidabilità e grandi doti fuoristradistiche. Ma non tutti sanno che questo nome leggendario in realtà ha creato qualche imbarazzo ai nostri amici del Sol Levante. Pajero, infatti, identifica il gatto delle Pampas, un piccolo felino tipico delle alture del sud America tra Argentina, Bolivia, Cile, Perù ed Ecuador. Curiosamente, proprio in America Latina e nei paesi di lingua spagnola questo modello ha un nome diverso e viene chiamato Montero. Questo perché in Argentina il verbo pajar significa “mettere il colpo in canna” e viene utilizzato come, ehm, chiara metafora sessuale, diciamo. A parte questa simpatica gaffe, il Pajero Sport K90 era il principale antagonista del Toyota 4runner, con il quale condivideva la filosofia di utilizzo, ma con qualche accorgimento per rendere la guida quotidiana meno spartana. Ottima mobilità in fuoristrada, spazi e comfort da station di famiglia, insomma.
Doti perfette per chi, come me, ha intenzione di camperizzarlo, ossia dotarlo di tutti quegli accorgimenti e accessori per trasformarlo in un agile mezzo da vacanza, con il vantaggio che, rispetto ad un camper, è molto più agile e meno ingombrante. Ma veniamo a noi. Per rendere questo mezzo una perfetta casa-vacanze su 4 ruote ho pensato di dotarla di gancio traino (vuoi non attaccarci un carrello per le moto?), tenda da tetto, tendalini vari per creare verande e dependance, cucina da campo attrezzata, doccia da campo e una serie di accessori di cui non saprete di aver bisogno finché non ne avrete bisogno. Tranquilli però: siccome mi sento buono, vi risparmio la fatica “della prima volta” e ve li svelo nelle prossime righe.
Ora, le vie per camperizzare un’auto sono infinte. Le aziende specializzate in tende da tetto e camperizzazioni varie nascono come funghi e le soluzioni ovviamente possono essere svariate: dalle piccole aziende appena nate, ma già agguerrite, come SwissKing, agli specialisti come Thule e Autohome, fino ad un colosso come Decathlon. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Piccola nota a margine: Thule è un’eminenza nel campo del portage, del carico e dell’outdoor, e dal 1942 ha come mission quella di avvicinare le persone al mondo e alle proprie passioni.

Per il mio Pajerone ho scelto un allestimento misto, mi sono cioè rivolto a diverse realtà del settore per poter provare i vari approcci al camping delle diverse aziende. Gli articoli li vedete di seguito, con i link al sito per trovare tutte le info necessarie e acquistare gli articoli comodamente spalmati sul vostro divano. E adesso sono pronto ad affrontare qualsiasi avventura al volante della mia giapponesona.
Partiamo dall’essenziale, la tenda da tetto. Rispetto alla tenda da terra è molto più veloce da montare: basta aprirla, tirare la scaletta et voilà, pronta. Il fatto di essere in alto, poi, vi garantisce una vista decisamente migliore, non avrete problemi di umidità e, nel caso di wild camping, non rischierete di trovarvi qualche simpatico animaletto dentro alla tenda di notte. Io ho scelto la Swissking -160: 3 posti, 240 cm x 160 cm, spaziosissima, con grandi finestrature che permettono un ottimo ricambio d’aria. È in ripstop 320gsm con colonna d’acqua 2000 mm, fatta per resistere alle intemperie, quindi la potete usare tutto l’anno. Ha la particolarità di avere un tendalino antipioggia che copre la scala, così sarete sempre al coperto. Comprende anche la tenda da veranda per creare una dependance da usare come ulteriore stanza, ingresso, camera o cucina. Materasso da 65 mm, ben 2 portascarpe e tappetino di benvenuto completano il bundle. Visto che era in offerta ho pure preso la combo tenda posteriore + tenda laterale avvolgibile. In pratica così ho una cucina chiusa collegata al bagagliaio dell’auto e una veranda laterale dove poter bermi le birrette e suonare la chitarra.

Insieme alla tenda, sono indispensabili anche le barre portatutto, senza non si potrebbe caricare niente sul tetto dell’auto. Per la tenda devono portare minimo 75 kg in movimento e almeno 150/200 kg statici. Qui la scelta è stata facile, Thule è il riferimento: basta indicare il modello della vostra vettura sul sito e Thule vi consiglierà le barre perfette. Nel mio caso, ho scelto le WingBar Evo perché, oltre ad essere solide e pratiche, hanno anche un ottimo cx aerodinamico.
Per completare l’opera, poi, ho acquistato i seguenti articoli, che mi permettono di vivere a pieno l’esperienza del camping sia presso strutture che wild, come piace a me. Va da sé che la scelta è soggettiva, ma penso che la mia ormai famosa lista vi possa aiutare:
- Sacchi a pelo. Io ho optato per sacchi leggeri, con escursione dai 10 ai 20 gradi. Non dovendo fare escursioni in Nepal e confidando nell’ottimo isolamento della tenda, vanno bene dei sacchi a pelo entry level su Amazon.
- Consiglio di dotarvi di sacchi lenzuolo in cotone o seta per aumentare il confort.
- Cuscini anatomici (vanno benissimo quelli della Decathlon da € 8.99).
- Un paio di lanterne da tenda. Anche qua, low cost, 2 Lampade da campeggio della Decathlon e via.
- Torcia da testa. Su questa non lesiniamo, una bella Petzl Tikka vi durerà tutta la vita.
- Torcia tattica. Da preferire quelle in alluminio aeronautico, che sono anche impermeabili.
- Fornello da campeggio. Invece del classico fornello a gas a 2 o 3 fuochi, che va benissimo, ma è un po’ ingombrante, ho fatto una scelta ibrida votata alla praticità. Ho preso un fornello singolo con ricarica a Camping Gaz Bistro Plus, un fornellino a gas da trekking Decathlon e una griglia da campeggio ripiegabile su Amazon. Questo mi permette di avere 2 fuochi distinti che possono lavorare assieme o singolarmente e una griglia (che posso usare anche come braciere) per le cotture a carbone o legna.
- Frigo da campeggio. Prendetene uno con doppia alimentazione, 12v con presa accendisigari + 230 per attaccarvi alla rete del campeggio (prendete anche 4/5 ghiaccioli da mettere all’interno in caso non ci sia possibilità di collegarlo ad alcuna rete).
- Posate e piatti. L’ideale sono quelli in metallo e latta. Vanno bene anche usa e getta, ma ricordate di recuperare i rifiuti e differenziarli per scaricarli nei primi cestini della differenziata.
- Sacchetti in nylon di varie misure (per i rifiuti, ma anche per abiti sporchi ecc).
- Filo per stendere, così potete mettere ad asciugare gli indumenti. Va bene qualsiasi cordino ricoperto in plastica.
- Tanica d’emergenza ripiegabile. Costa poco, occupa poco spazio, ma vi può letteralmente salvare la vacanza.
- Set di sedie e tavolino ripiegabili + 2 sgabelli da pesca. Indispensabili, permettono con poco peso di sedersi comodamente fuori dalla tenda per mangiare o semplicemente per bersi una birra davanti al fuoco.
- Doccia da campo da 20lt. In sostanza un sacco in Nylon nero (così l’acqua si scalda velocemente grazie all’irradiazione solare) con un doccino alla fine. Basta riempirla, attaccarla ad un ramo, aspettare che si scaldi l’acqua e il gioco è fatto.
- Se non siete in un campeggio attrezzato le scelte sono sostanzialmente 2. Il Porta Potty. Si, lo so il nome fa ridere, ma non è altro che un vero wc da campeggio, leggero, pratico, con un serbatoio che va riempito di uno speciale liquido. Zero odori e la comodità del wc di casa in qualunque posto vi troviate. Oppure, come facevamo negli Alpini, il buon vecchio BAL (Badile Automatico Leggero, una piccola vanga ripiegabile di derivazione militare) per scavare una buca nell’eventualità di bisogni en plein air. Mi raccomando, carta igienica biodegradabile.
- Salviettine umidificate biodegradabili (in caso non ci sia possibilità di una doccia).
- Lavatrice portatile e detersivo biodegradabile al 100%.
- Kit di primo soccorso omologato UE (occhio che ha una scadenza).
- Power bank per caricare smartphone, tablet o pc. Qua libera scelta, vi consiglio di prenderne 2, magari rugged, almeno con una capacità di 26800 mAh.
- Pannello solare portatile (in caso non ci sia corrente nelle vicinanze, va bene anche per escursioni, trekking, barca, ecc).
- Accetta. Serve nel caso dobbiate recuperare un po’ di legna per accendere un fuoco.
- Last but not least, capacità di adattamento, spirito di iniziativa e tanta voglia di avventura. Non siete in hotel, quindi non avrete le stesse comodità di un 4 stelle. Ma le serate intorno al fuoco, i tramonti bevendo birra fresca o il caffè gustato ammirando l’alba immersi nella natura hanno tutto un altro gusto, credetemi.

Ok, ma ora che il mezzo è pronto dove si va? Intanto va detto che in Italia, purtroppo, il wild camping non è permesso (come in quasi tutto il sud Europa del resto), ma con qualche accorgimento possiamo trovare qualche spot interessante senza dover andare per forza in Islanda o Svezia (mete comunque da mettere in lista.
Dicevamo che il free camping non è permesso, appunto, ma il bivacco sì (tecnicamente significa accamparsi all’imbrunire e sbaraccare tutto all’alba). In teoria l’idea di dover montare la tenda la sera e toglierla al mattino potrebbe sembrare una scocciatura, ma vi ricordo che abbiamo la tenda sul tetto e uno dei vantaggi di questa soluzione è proprio la velocità di apertura e chiusura, senza dover montare niente! Nel giro di 15 minuti abbiamo allestito un accampamento che Toro Seduto spostati, e in altrettanti minuti lo smantelliamo, quindi il problema bivacco ci tocca poco. E comunque ci sono comuni (informatevi sull’internet) che chiudono un occhio e permettono di campeggiare per 24/36 ore, previa richiesta.
In alternativa, si stanno diffondendo delle soluzioni ibride come il garden sharing, ossia proprietari di terreni privati (boschi, pascoli, malghe, prati, ecc) che per una cifra irrisoria permettono di campeggiare all’interno delle loro proprietà, spesso fornendo pure dei servizi di base (bagni ed elettricità, ad esempio).
Su questo ci vengono in aiuto app come iOverlander o park4night, e siti web come gardensharing.it, dove possiamo trovare qualsiasi tipo di spot, che si tratti di campeggi, parcheggi, spiagge, greti di ruscelli ecc. Sono postati dagli utilizzatori, con foto, posizione su mappa e recensione dello spot: un po’ i tripadvisor del camping. E visto che ci sono vi consiglio pure 3 destinazioni, una per tipo, free camping. Poi non so, se volete pure che vi ci porti io…
DESTINAZIONE 1: Val d’Arzino.
È una valle incontaminata e decisamente incantata in Friuli Venezia Giulia. Ancora fuori dai circuiti mainstream, è di una bellezza incredibile. È famosa per il torrente omonimo che crea cascate, salti d’acqua e pozze cristalline. Sicuramente il fiore all’occhiello è il Cerdevol Curnila, eletto uno dei 10 luoghi di balneazione selvaggi più belli d’Europa. È un susseguirsi di piscine naturali con un’acqua azzurra e purissima, rocce bianche sulle quali rilassarsi e prendere il sole, immersi nella rigogliosa foresta di faggi. E tutto questo a pochi metri da una strada secondaria, lungo la quale è possibile trovare il posto ideale dove accamparsi per la notte. Per i meno “wild” è presente un’area camping molto spartana ed essenziale (sostanzialmente un prato con delle panchine, delle griglie e un gazebo) gratis tra l’altro E poco più avanti un’area camper con elettricità, accesso all’acqua e ricarica per e-bike. Tutte e due le aree sono a pochi metri dal torrente. Ma la Val d’Arzino è conosciuta anche per un’altra serie di attrazioni incredibili, tra le quali il Castello Ceconi, le grotte di Pradis, le pozze Smeraldine, i borghi di Pozzis, Plefans e Poffabro, il lago di Cavazzo e il lago di Cornino, famoso per essere un’oasi per i grifoni (no, non i tifosi del Genoa, intendo i volatili, una specie molto simile all’avvoltoio), il forte di Osoppo, ecc. Senza dimenticare la strepitosa cucina friulana! Insomma, qui non vi annoierete di certo.
https://www.valdarzino.info/cosa-visitare-val-d-arzino
DESTINAZIONE 2: Parco del Conero.
È un promontorio dell’Appennino umbro-marchigiano, in provincia di Ancona, a strapiombo sul mare. Acqua cristallina e spiagge meravigliose, sormontate dal Parco del Conero, un paradiso per gli amanti del trekking, della mountain bike e del camping! In realtà il campeggio libero non sarebbe permesso, ma si può bivaccare, previa richiesta agli enti preposti o ai comuni. Non vi consiglio spot particolari: è talmente bello che, fossi in voi, cambierei location ogni notte per visitarlo tutto!
http://www.parcodelconero.org/
DESTINAZIONE 3: Isola di Arbe (o isola di Rab).
È il mio posto del cuore. Un’isoletta croata che fa parte del Quarnaro, situata tra le più famose Krk e Pag. Il paesino, la cui architettura è di epoca romana, è una bomboniera sul mare, che è incredibile per le acque cristalline e i fondali colorati. Qui la natura è rigogliosa e i locals ancora accoglienti. Potete scegliere uno dei campeggi organizzati (ce ne sono 5) uno più bello dell’altro, dove troverete tutti i confort di un hotel, ma dormendo nella vostra amata tenda sul tetto. In alternativa potete rischiare il free camping, scegliendo magari qualche spot isolato vista mare. Vi ricordo però che in Croazia non è ammesso il free e sono abbastanza severi. Ma Rab non è affollatissima, e se non date troppo nell’occhio e non dite che ve l’ho detto, la cosa è fattibile. Tra l’altro, a differenza della Croazia continentale, qui è molto raro incontrare animali selvatici, quindi è molto sicuro. Fate come sempre molta attenzione ad accendere fuochi: vale ovunque, chiaramente, ma a maggior ragione nelle isole con macchia mediterranea, tendenzialmente secche e ventose.
Bene, ora che vi ho propinato i miei consigli per gli acquisti e le destinazioni da non perdere, mi sento meglio. Io finisco di caricare il Pajero, che Rab mi aspetta.