Hey, attenzione agli Inglesi. Perché stanno per invadere il mondo… con la loro musica.
Avrete sicuramente sentito parlare della British Invasion, no? Siamo negli anni ‘60 e tutto ha inizio per “colpa” dei Fab Four: Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr. Ma facciamo un passo indietro.
Nei primissimi anni del decennio la maggior parte degli artisti britannici suona seguendo il modello americano: pensano ad Elvis, a Chuck Berry e a Buddy Holly. Ma arriva un giorno in cui gli inglesi ribaltano le carte in tavola: è il 9 febbraio 1964.
L’anno prima i Beatles avevano già conquistato l’Inghilterra, tanto che dopo la loro apparizione al Sunday Night at the London Palladium si parla di Beatlesmania. I successi crescono sempre più e il brano I want to hold your hand si piazza al numero 1 dei singoli, dove resta per 5 settimane. Tutti impazziscono per loro, un giornalista li definirà “La più grande entità compositiva dai tempi di Beethoven”.
Nel frattempo oltreoceano un adolescente vede un servizio tv della CBS che parla del fenomeno Beatles in Inghilterra. Scrive al dj della sua radio preferita e chiede come mai lì, in America, nessuno passasse le canzoni di questi 4 giovani inglesi. Il dj si informa, riceve direttamente da Londra una copia di I want to hold your hand e il gioco è fatto. I Beatles sono OnAir anche negli States e in un attimo si parla solo di loro, al punto che raggiungeranno in breve tempo la vetta della classifica Billboard e verranno ufficialmente invitati a partecipare al programma televisivo più popolare del momento: L’Ed Sullivan Show.
Il 9 febbraio 1964 saranno 73 milioni gli spettatori americani incollati davanti ai televisori. La leggenda narra che il tasso di criminalità di quel giorno sia sceso vertiginosamente… anche i malviventi volevano poter vedere il fenomeno Beatles, i 4 ragazzi dall’Inghilterra.
L’America è ai loro piedi.
Ma a conquistare gli USA arrivano anche le moto di Monaco. Vi ricordate la gamma turistica prodotta a fine anni ‘50? Negli Anni 60 i modelli vengono aggiornati: la R50 si trasforma in R50/2, la R69S, più potente e veloce, prende il posto della R69 e la R60 aumenta di potenza con la versione R60/2. Questo modello passerà alla storia come la moto di serie più venduta, con oltre 17.000 esemplari.
Ma non finisce qui. Al profilo sportivo del marchio viene dato un aspetto più filante nei modelli BMW R 50 S e BMW R 69 S, che offrono non solo maggiore potenza, ma anche ammortizzatori idraulici del manubrio. I livelli di comfort aumentano con l’eliminazione della sella a molle, in favore della nuova sella a panca. La BMW R 69 S, nello specifico, fa sfoggio delle sue qualità ottenendo una serie di successi nelle gare di endurance.
La popolarità dei modelli prodotti nella seconda metà del decennio sbanca anche negli Stati Uniti, dove dal 1967 vengono venduti con la forcella anteriore di tipo telescopico. Per questo mercato, inoltre sono disponibili anche colorazioni diverse dal nero e dal bianco.
Nel frattempo, in Germania, continua la produzione delle monocilindriche 250. Dopo la R24 vengono presentate la R25, prodotta in 3 versioni, la R26 e la R27. La R25/3, con i suoi 47.700 esemplari prodotti in soli 4 anni, diventa la moto BMW più venduta sino ad allora e lo rimarrà fino al 1999.

La fine del decennio si avvicina, e con essa l’aria di rivoluzione. BMW interrompe la produzione dei modelli monocilindrici nel 1966 e inizia una ricollocazione, in fasi, delle sue attività di produzione motociclistiche, spostandosi a Berlino-Spandau nel 1969. Soltanto i reparti di sviluppo e di prove vengono lasciati a Monaco, dove restano ancora oggi.
In questa occasione, viene presentata una nuova gamma di modelli con la serie /5: R50/5, R60/5 e R75/5 soprannominata “Toaster”, per la forma del serbatoio. Il motore mantiene l’architettura bicilindrica boxer ma viene rinnovato al suo interno, il telaio è completamente nuovo, il serbatoio più capiente e viene introdotto l’avviamento elettrico. La R75/5 presenta anche una coppia di innovativi carburatori Bing a depressione costante, che diventeranno uno standard nella successiva produzione.
Moto che offrono una notevole erogazione di potenza e una maggiore maneggevolezza.
Nel frattempo, il nuovo telaio a doppia gabbia in acciaio, un braccio oscillante posteriore con ammortizzatori pressurizzati ad olio ed una forcella telescopica anteriore idraulica danno un contributo significativo al comfort di marcia e alla sicurezza che caratterizzano le tre moto come esempi di una nuova generazione di moto turistiche sportive.