Piccola nella cilindrata (e nel prezzo), grande nel divertimento. Special di serie, così appare,  con quel look che ricorda da vicino le tracker modificate per gareggiare, la Verve Tracker 125i si fa notare per stile e per “sound”; perfetta in città e – senza fretta –  anche alle scampagnate nel fine settimana, strade bianche incluse. Costa 3.190 euro.

“Nostalgia, nostalgia canaglia…” cantava Albano nel lontano 1987, quando io in realtà non ero ancora nata. La nostalgia di un mezzo “piccolo” nelle dimensioni e nelle prestazioni, ma che potesse regalarmi grande soddisfazione e divertimento, è avanzata in me durante i passati mesi di lockdown, quando la voglia di risalire in sella era sì tanta, ma diversa da quella che avevo provato prima. Era la stessa sensazione che provavo da ragazzina, quella di uscire di casa e saltare in sella al mio Beta RR 50 per dirigermi verso le strade di campagna che circondavano il paese in cui vivevo, per divertirmi in modo facile e senza troppi pensieri.

E così, a distanza di qualche tempo dal fatidico mese di maggio, ho incontrato lei, la Verve Tracker 125i, che per qualche settimana ha soddisfatto la mia voglia di leggerezza e semplicità, rivelandosi anche un’ ottima compagna nei miei spostamenti di lavoro giornalieri. 

VERVE TRACKER 125i

È perfetta per muoversi in ambito urbano, grazie al peso contenuto, ma si presta anche alle gitarelle fuori porta, meglio ancora se su strade bianche o di campagna. È perfetta per i teenager che in termini di stile sono sempre più esigenti, ma anche per i “più grandi” che vogliono distinguersi e divertirsi allo stesso tempo.

Una piccola Special di serie che esteticamente strizza l’occhio al passato, un po’ enduro anni ‘70 e un po’ motocicletta modificata in garage per correre nel weekend, tra sterrati e ovali di terra battuta: a sottolinearne lo stile evocativo sono i dettagli, semplici e minimali, come la sella corta con cuciture a vista, il serbatoio a goccia, le tabelle porta numero sui fianchi, la mascherina sagomata posizionata sopra il faro, il contachilometri analogico in stile retrò e lo scarico rialzato ma dalle dimensioni contenute e, soprattutto, dalla voce grintosa. Dettagli che fanno tanto “garage”, è vero, ai quali si perdonano, in alcuni casi, finiture un po’ approssimative. Poco male, soprattutto in rapporto al prezzo d’acquisto; ci si può sempre sbizzarrire con personalizzazioni e accessori artigianali.

In sella alla Verve Tracker 125i non si passa di certo inosservati e durante la nostra prova, sia in città che nelle verdi aree della Brianza, ne abbiamo avuta la conferma. 

A primo impatto la “piccola” Tracker dà subito l’idea di essere una moto agile e divertente, oltre che stilosa. Ed è proprio così: una volta saliti in sella, il feeling è quasi immediato; e quel “quasi” è dovuto ai “tasselloni” degli pneumatici da off che su asfalto richiedono qualche metro di assuefazione; il manubrio leggermente basso porta il corpo in una posizione di guida avanzata e “aggressiva”, mentre il motore monocilindrico da 124.53 cc 4 tempi raffreddato ad aria con 11,3 cv ha un’erogazione lineare sin dai bassi regimi, mentre agli alti diventa più “pepato” rilasciando vibrazioni su manubrio e sella, e raggiungendo una velocità massima di circa 100 km/h.

Il “cuore” della Tracker è lo stesso che equipaggia gli altri modelli 125 della gamma Verve, mentre a cambiare è la ciclistica che si compone di un telaio a culla chiusa d’acciaio rinforzato, forcella a steli rovesciati da 51 mm regolabile nel precarico e un monoammortizzatore collegato al forcellone in acciaio tramite leveraggi progressivi. I cerchi a raggi sono da 18 pollici all’anteriore e da 17 al posteriore.

Nonostante la sella vanti un’altezza di 84 cm da terra, il peso di 120 Kg la rende estremamente maneggevole anche per chi è sotto il metro e settanta di altezza, ideale per un utilizzo quotidiano soprattutto in ambito urbano, per muoversi agili e leggeri nel traffico. A proposito di urbano, l’anteriore Upside-down e le sospensioni agiscono perfettamente sui fondi sconnessi tipici della città quali buche, pavè e rotaie garantendo un feeling di guida sicuro. Ovviamente lo stesso vale per le strade “fuori città”, bianche o di campagna che siano, dove è possibile regolare la forcella per adattarla alla guida offroad. Dulcis in fundo, arriviamo all’impianto frenante, composto da due freni a disco a margherita, da 265 mm all’anteriore e  210 mm al posteriore, dotati di sistema di frenata combinata CBS che si è rivelata essere non troppo invasiva. 

VERVE MOTO

Verve è un marchio italiano nato dall’expertise di Eugenio La Torre, capo designer del gruppo e  customizer. Eugenio è cresciuto a Milano con la passione per le due ruote, tanta creatività ma anche voglia di imparare la tecnica da chi conosce il mestiere: è stato nei corsi di meccanica di Scuola Moto a Milano, con la quale Verve Moto collabora ancora oggi, dove Eugenio ha davvero imparato “il mestiere”. Assodata la parte tecnica, dunque, non restava che dare spazio alla creatività, all’intuizione; in questo lavoro è fondamentale l’ispirazione, e per stimolarla al meglio non c’è niente di meglio che viaggiare.

Nuovi mondi, nuove idee, diverse, nuovi modi di concepire la moto: la tappa più importante, dopo aver viaggiato per Stati Uniti, Germania e Australia, è stata Bali. 

A Bali, come in tutta l’Indonesia, la motocicletta è il mezzo di trasporto più comune, e la scena delle moto speciali è qualcosa di unico.

Gente da ogni parte del mondo, ognuno con propri stili, idee e sogni. Tutti hanno una moto, ognuno vuole la propria, diversa dalle altre.

È il posto ideale per mettere a confronto la propria creatività con chi ha avuto esperienze diverse. Eugenio inizia un progetto di worskshop, unendo il talento di un designer americano ed uno olandese con il proprio, insieme a tecnici locali.

Nasce così Verve Moto: Verve significa passione, estro creativo, il motore e l’anima del team che ne fa parte.

Le linee guida sono chiare: motociclette semplici, di piccola cilindrata, divertenti da guidare. Lo stile è “Jap-style”, ovvero basi giapponesi moderne, rivisitate con tocchi vintage nella customizzazione, con interventi solitamente su telaio posteriore, serbatoio, sella e parafanghi, per un mix tra classico e moderno molto particolare e riconoscibile.

Il sogno è però portare tutto ad un altro livello: una produzione in serie, mantenendo la filosofia di Verve: moto semplici ma con uno stile ben definito, affidabili e dai costi di acquisto e manutenzione leggeri, per una guida senza pensieri.

Dopo un’attenta ricerca di partner produttivi che vengono trovati in Cina, Eugenio rinnova il team, ora tutto italiano, e torna in Europa, dando vita alla nuova avventura di Verve Moto.

Photo Credits: Daniele Pauletto