NON CE L’ASPETTAVAMO PROPRIO. NON A QUEL PREZZO: DA 8.195 EURO, LA NUOVA ROADSTER DI HINCKLEY RAPPRESENTA LA PORTA D’ACCESSO AL MONDO TRIUMPH E SI PRESENTA COME ENTRY LEVEL. SOLO CHE TUTTO SEMBRA TRANNE CHE UNA “MOTINA” BUONA SOLO PER MUOVERE I PRIMI PASSI. AZZECCATA PER CHI COMINCIA, GUSTOSA PER CHI GIÀ SMANETTA. ESCLUSIVA, TRA DETTAGLI, FINITURE E DOTAZIONI. LA 660 HA UNA SORTA DI DOPPIA PERSONALITÀ CHE VI RACCONTIAMO A PAROLE E PER IMMAGINI.


Lo diciamo subito e senza mezzi termini: questa nuova “triple” troneggia nel suo segmento di appartenenza e tiene alto il blasone della Casa di Hinckley. Sì perché, nonostante le classificazioni di genere, la Trident sfoggia dettagli curati e finiture raffinate, a cominciare dagli accoppiamenti, dai materiali, e da una percezione di ordine e pulizia diffusi. Insomma, non aspettatevi una moto ‘economica’ se non nel prezzo che come abbiamo anticipato parte da 8.195 euro; 100 euro in più per le versioni bicolore. A proposito, le livree disponibili sono quattro: Crystal White o Sapphire Black con grafiche a contrasto; Matt Jet Black / Silver Ice oppure Silver Ice / Diablo Red.
Il design è marcato e attuale ma nonostante ciò non mancano dettagli che sanno di heritage, appena accennati, come a rimarcare una connessione salda tra passato e presente, un “marchio di fabbrica” per Triumph che aggiunge esclusività a questa roadster dalle linee minimali e sfuggenti. Filante, compatta, tanto da sembrare più “piccina” dei suoi 660 cc.


Bello il serbatoio, con le “guance” in rilievo e con le grafiche evocative, impattanti sulle versioni monocromatiche; elegantemente sfacciate su quelle bicolore. All’appeal estetico di un codino appena pronunciato si contrappone il classicismo del faro anteriore, un tocco di stile che sà di Anni ‘60 ma è full led, al pari della luce posteriore e degli indicatori di direzione che, peraltro, si disattivano automaticamente.
Perle rare quando si parla di ‘entry level’, come lo sono il comando del gas ride by wire, il controllo di trazione disinseribile e due riding mode, Rain e Road, che supportano quel piccolo portento di un tre cilindri. Il 660 cc deriva strettamente da quello della Street Triple S ma è stato profondamente adattato alla ricerca di un equilibrio tra coppia e potenza, per assicurare un approccio immediato, istintivo, per favorire quelli che in sella muovono i primi passi. Allo stesso modo però il “triple” strizza l’occhio anche a chi di passi ne ha già accumulati un bel po’ perché, dati a parte, questo motore riesce ad essere al contempo gentile, educato, oppure pepato.

DOPPIA PERSONALITÀ
Doppia personalità, basta scegliere: mano leggera per trotterellare in città e senza badare troppo al rapporto inserito. Mai uno strattone, mai un rifiuto, l’erogazione è piena e progressiva e sa rispondere con discrezione. I numeri recitano 64 Nm di coppia massima a 6.250 giri. Il bello è che a 3.000 giri la coppia è disponibile per il 90%. Inoltre, per le vie del Centro emerge la vocazione urban di questa nuova roadster, impeccabile alle basse velocità e friendly nell’utilizzo di tutti i giorni. Il merito si può attribuire anche alla posizione in sella, piuttosto eretta, con un piano seduta posto a 805 mm da terra che consente di zampettare agevolmente qualora fosse necessario. I fianchi sono stretti, strettissimi, da “ottavo di litro”, un aspetto che amplifica la sensazione di manovrabilità e che facilita la ricerca di una postura immediata e naturale, grosso modo per tutte le taglie, fanciulle comprese. Il manubrio è discretamente ampio, vicino, quasi da tracker, e la strumentazione è subito lì, al centro e a colori: un mix tra TFT e LCD che informa su un’infinità di parametri, tra consumi, trip parziali, e settaggi. E stiamo sempre parlando di una entry level…

Bella la vita in città con la frizione assistita (c’è anche l’antisaltellamento), ancora più bella quando ci si lascia il traffico alle spalle. Ecco, a questo punto la Trident fa sfoggio di quella sua seconda personalità, più rivoltosa, mica troppo educata. Sì, insomma, la 660 arrotola le maniche della camicia a mostrare i tatuaggi e a dar prova di una ciclistica che non fatichiamo a definire la migliore nel suo segmento.
Ricapitolando: forcella Showa a steli rovesciati da 41 mm, mono ammortizzatore Showa regolabile nel precarico, telaio perimetrale in acciaio, si traducono in un proverbiale equilibrio tra stabilità e agilità, feeling e comfort.

Nel misto la Trident cambia faccia, si toglie la maschera, appare molto più matura di quanto il prezzo e la sua classe d’appartenenza possano suggerire. In sella, la si percepisce corta, reattiva, immediata; anche in questo caso i fianchi da modella amplificano l’effetto. Veloce sì ma non fulminea, non è una di quelle moto che appena lo pensi si è già coricata in piega, è più naturale, appena più fisica, decisamente equilibrata.

Tra feeling e comfort, dicevamo, con un riferimento chiaro alle sospensioni che per taratura e risposta si collocano grosso modo al centro tra i due valori, sostenute senza per questo risultare goffe sullo sconnesso, tutt’altro. Non mostrano il fianco quasi mai se non quando ci si spinge un po’ troppo oltre i limiti della decenza, oltre quel confine che, va detto, per la maggior parte delle competitor è decisamente più stringente.

La Trident predilige una guida fluida, senza troppi nervosismi; datele retta e vi renderà felici, anche quando dovrete avere a che fare con moto di ben altra classe. A darvi manforte il “triple”, con i suoi 81 cv a 10.250 giri, che da educato quale sà essere gonfia i muscoli, soprattutto ai medi, con una gran bella “schiena”. Disattivate il controllo di trazione e ve ne accorgerete: la Michelin Road 5 anteriore rimane a una spanna da terra anche in seconda.
Dalla città al misto, e viceversa, l’impianto frenante se la cava più che bene: il mordente non manca di certo e, come ci si poteva aspettare da una moto dedicata anche ai meno esperti, la risposta è più “soft” nella prima fase di frenata e si fa più incisiva insistendo sulla leva. Tra l’altro, il comando del freno anteriore è regolabile, un’altro plus per questa piccola grande “entry level”.

Anche per la Trident 660 è disponibile l’accessorio My Triumph, l’optional di connessione che permette di gestire lo smartphone, la GoPro e il navigatore.
La Trident 660 è disponibile anche con il kit di depotenziamento per patente A2; per la nuova roadster Triumph ha sviluppato 45 accessori ufficiali. La manutenzione programmata prevede interventi ogni 16.000 km o 12 mesi.