A me, le bimbe di Wheelz mi mandano ai matti.
Tipo quando s’inventano le issues “The Ice”, “The Sand” e poi “Rodeo”. Il massimo è quando ti chiedono di scrivere intorno al concetto di “Spring Break”, la vacanza di inizio primavera che si prendono gli studenti dei college americani, all’unico scopo di volare in Florida, o in Messico, per sbronzarsi come se l’emergenza climatica prosciugasse le bottiglie, anziché i fiumi.
La mia unica esperienza personale di spring break è indiretta. Risale a quando andai a Daytona Beach per una Speed Week, che si teneva giusto qualche giorno prima. Faceva già caldino, ma nel mio hotel trovai la piscina sprangata. “È per colpa dei goddam students“, disse sconsolato il manager. “L’anno scorso uno si è tuffato in piscina direttamente dal balcone della sua camera, al secondo piano. Solo che era vuota”.
Ecco perché quando le Wheelerz se ne sono uscite con lo spring break anche io sono uscito, ma di testa. Così, paralizzato dalla pagina bianca, ho fatto quello che oggi fa chi non ha voglia di sbattersi: chiedere una risposta all’oracolo digitale dell’AI, l’intelligenza artificiale di ChatGPT. E l’ho avuta, senonché sembrasse quella di uno studente dell’Iowa dopo tre birre. Però sono rimasto impigliato in una parola: liberazione.

Dopo l’inverno depressivo, per il motociclista la primavera è proprio questo.
Lo confermano i dati di vendita, che germogliano da marzo per fiorire in estate nell’ennesimo record di immatricolazioni. Però dicono anche un’altra cosa: chi può, si permette la maxienduroturisticasportivatecnologica da venti, trentamila euro. Chi non può, si accontenta del basso di gamma – o dell’usato – e si gode comunque la voglia di ripartire.
Fuori, tutti fuori: non importa al manubrio di cosa.
La testa e la coda di aprile ci offrono due occasioni di spring break, la Pasqua e il mega-ponte interstellare fra il 22 e il 1° Maggio. Sfruttatele riscoprendo le rotte domestiche. Eccone sette, non certo qualsiasi: sono i percorsi delle gare stradali ciclistiche e automobilistiche più famose della Penisola. Ben asfaltati (tranne uno, per forza) e percorribili, si snodano fra i territori che il mondo c’invidia e offrono la possibilità di lasciarsi imbibire dal fascino di un’Italia indifferente al Wi-Fi. Quindi anche alla fottutissima ChatGPT.

La Milano-Sanremo
Raggiungere il mare da Milano in autostrada è un po’ palloso (curve della Serravalle a parte), meglio seguire il tracciato ciclistico sulla provinciale 183 che passa per Abbiategrasso e Vigevano, poi scende verso la Lomellina e risale verso Rossiglione, Campo ligure e il Passo del Turchino.
Curve? Quante ne volete, da star male. E poi l’incanto della trafficatissima Aurelia, che riesce ancora a riservare qualche punto da cartolina. Dopo i capi Mele, Cervo e Berta, altre curve e salite nel gran finale delle cruciali deviazioni sulla Cipressa e sul Poggio, che da sempre decidono la corsa.
A proposito, in Riviera di Ponente si riesce a fare ancora parecchio enduro: se siete attrezzati, mettete un po’ di pepe nel road book deviando verso l’interno.

La 1000 Miglia
Milleseicento chilometri possono essere tanti, ma non impossibili per un culo di ferro. La novità è che dal 2023 la 1000 Miglia aggiunge una tappa apocrifa per compiere una deviazione turistica nel basso Piemonte.
Dopo la risalita dalle Crete Senesi, aver valicato gli Appennini sull’Abetone e infilato i capoluoghi della via Emilia come spiedini, la Freccia Rossa punta su Alessandria e Asti, prima di risalire verso Vercelli e Novara.
Se montate borse rigide e ben imbottite, è un’occasione imperdibile per concedersi un’esperienza di wine tasting e shopping strepitosa. Ovviamente evitando le autostrade e con senso della misura.

La Strade Bianche
È la nuova classica primaverile “sporca” del ciclismo d’élite, il cui percorso altamente scenografico si snoda nel cuore della Toscana alternando asfalto e sterrato.
Provate questo anello con partenza e arrivo a Siena: Sovicille, Monteroni d’Arbia, Murlo, Buonconvento, Montalcino, San Quirico d’Orcia, Pienza, Asciano, Castelnuovo Berardenga.
Gli sterrati sono viabili e tranquilli, hanno tratti variabili da due a 11 km. Percorreteli senza fretta e senza alzare troppa polvere, sentendovi parte del tutto e del bello. Fate sosta in un agriturismo per godere dei sapori locali e della compagnia del/la partner di viaggio.

Il Circuito stradale del Mugello
Dove oggi si corre tra cordoli, Arrabbiate e Correntaio, fra il 1914 e il ’70 gli spericolati del volante (come l’idolo locale Clemente Biondetti) hanno rischiato la vita sugli sterrati dell’altopiano nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Di solito si partiva da San Piero a Sieve (o Scarperia) per attraversare il Passo del Giogo, scendere a Fiorenzuola svoltando a sinistra verso la via Bolognese, per poi risalire il passo della Futa. Da lì di nuovo giù in picchiata verso Villa Le Maschere e la villa di Cafaggiolo, per chiudere il cerchio a San Piero a Sieve (o Scarperia).
Praticamente l’università della guida su strada: qui si sono laureati, fra gli altri, Alfieri Maserati, Campari, Materassi, Bianchi in team con Vaccarella e Nanni Galli, Arturo Merzario.

La Targa Florio
La più antica corsa automobilistica di durata al mondo è anche un viaggio nella bellezza, a volte selvaggia, della Sicilia e delle Madonie in particolare.
Qualsiasi vagabondaggio nell’isola di Sciascia e Camilleri può e deve comprendere il Grande Circuito con partenza da Campofelice di Roccella, per salire a Cerda, Caltavuturo, Petralia e Collesano. Qui si sosta per visitare il Museo Targa Florio, prima di tornare sulla costa e deviare a Cefalù.
Volendo esistono altri tre piccoli musei privati a Campofelice, Cerda e Termini Imerese, ma l’importante è respirare la storia fra i paesaggi aspri delle Madonie, guardando il Tirreno dall’alto.

La Tirreno-Adriatico
La prima delle grandi corse a tappe del Cycling World Tour in Italia punta da un mare all’altro ad anni alterni.
Considerata la distanza e la quantità incalcolabile di bellezze naturali, storia e gastronomia che contempla, consigliamo di attraversare le cinque regioni (Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Marche) in più giornate.
Nel 2023, con partenza da Lido di Camaiore e arrivo a San Benedetto del Tronto, il gruppo dei corridori ha toccato Follonica, Foligno, Tortoreto, Sarnano e Osimo. In altura, il Passo del Lume Spento, il Valico di Torrito e la salita di Folignano, il micidiale Valico di Santa Maria Maddalena e i “mangiaebevi” dell’entroterra marchigiano.

La Trento-Bondone
Per decenni gli assi del Campionato della Montagna a due e quattro ruote si sono giocati la pelle e la corona salendo dal capoluogo trentino a Vason, sulla cima del Monte Bondone.
Un’abbuffata di 42 tornanti sui 17,3 km del percorso, con 1.350 metri di dislivello e arrivo a quota 1.658. Vi proponiamo un corposo antipasto a base di Lago di Garda inaugurando il giro dalla meravigliosa Strada della Forra di Tremosine.
Stretta e dal colpo d’occhio spettacolare, fu definita da Winston Churchill “l’ottava meraviglia del mondo”. Scendendo dal Bondone, finite in bellezza passando per il lago di Cei e i tornanti di Castellano.
