Si dice che il tre sia il numero perfetto, ma nessuno sa spiegare la genesi esatta di questa convinzione. Si parla di unione del singolo e della coppia, uno e due – pari e dispari, oppure della totalità cosmica di cielo, terra e uomo.
Molte religioni riprendono la teoria della trinità, e potremmo andare avanti ore a scovare idealismi e simbolismi che comprendono il tre, o il triangolo, sfociando anche nell’esoterismo.
Per me il tre è pop. E’ l’individualismo del singolo che unisce la forza della coppia, un’esplosione di potenza, equilibrio e compiutezza. Due è poco, quattro è troppo, tre è pop.

Devono pensarlo anche in Ducati, perché propongono la loro moto più cool e scanzonata in tre declinazioni, andando così a completare un ventaglio di scelta caleidoscopico, in grado di soddisfare qualsiasi tipo di motociclista.
Ovviamente sto parlando della Scrambler: complice per chi inizia, spassosa per il biker navigato, perfetta per muoversi in città a scovare gli angoli più golosi, nonostante il caldo torrido di un luglio inclemente.
Perdonate lo scioglilingua: tre amiche, tre Scrambler, tre street food milanesi da individuare, assaggiare, raccontare. E che ognuno dica la sua!
Partiamo dalle moto per poi passare al cibo, per questo che è il primo Food’n Fuel a due ruote, che poi sono sei. Prima il piacere, poi il piacere…
Le Scrambler hanno in comune tutta la piattaforma ciclistica, il propulsore Desmodue da 803 cc forte di 73 cavalli che offre due differenti riding mode e la possibilità di intercambiare in autonomia cover serbatoio e laterali per avere una moto diversa ogni volta che lo si desidera.
La Icon è la versione base, forte del suo essere assolutamente inconfondibile nonostante il leggero restyling. Ha un nuovo telaio e qualche novità tecnica che le regala ancora più appeal. Insomma, la Scrambler è diventata grande, mantenendo intatto il suo stile sbarazzino.

La Full Throttle, a parte la colorazione spavalda, propone tabelle portanumero laterali con il 62 rosso in bella vista, un manubrio più basso, sella decorata, e un bel Termignoni per dar enfasi al vocione. Il parafango anteriore è sportivo, quello posteriore assente per un’aria più aggressiva. Altri dettagli come sella e frecce sportive sono dedicati e il quick shifter è di serie.
La Nightshift si riconosce a colpo d’occhio per la livrea blu notte con sella marrone e il manubrio cattivo basso e largo con specchietti bar-end: è la più cafèracer del gruppo, insomma. Anche qui il parafango anteriore è corto e il posteriore è stato eliminato, ritroviamo le tabelle portanumero, il Termignoni e in aggiunta i cerchi a raggi tubeless. È bella come la notte.
Sbrigate le dovute presentazioni delle tre protagoniste, affidate rispettivamente a Sara, Gilda e alla sottoscritta, possiamo partire per il nostro food tour.
La prima tappa ci porta alla Katsusanderia di Chef Yoji Tokuyoshi, in Via Bonvesin de la Riva 3.
Sì lo so, il nome è impronunciabile, ma fidatevi, è un’esperienza da provare!
Stilosa, veloce e young come la nostra fiammante Full Throttle, la Katsusanderia propone un panino tipico giapponese, il katsu sando, che nasce in origine con ripieno di cotoletta di maiale nipponica, ma viene poi declinato in altre ghiotte varianti.
Ecco le nostre scelte per la farcitura dello shokupan rigorosamente fatto in casa: maiale, pollo e pesce, col primo che vince a mani basse nella classifica di gradimento e gli altri due subito dietro in termini di godimento gastronomico.
Un take-away in un angolino di Milano dedicato allo street food con tanto di dehor o sala piacevolmente climatizzata se volete degustare sul posto: si ordina e si ritira al bancone e si mangia dove si vuole!
La seconda scelta è un po’ più classica ma – esattamente come la nostra Icon – è al contempo vivace, allegra e plebiscitaria. Perché ammettiamolo, un bel tacos ci sta sempre, a qualsiasi ora del giorno e della notte!
Trovate Chihuahua Tacos in Via Paolo Sarpi 60, nel quartiere che ha dato il La al cibo da strada etnico a Milano a partire dalle specialità asiatiche per portarci fino a questa coloratissima bomba del Centro America.
Non solo tacos, ma anche quesadillas, burritos, dorados e nachos. Il tutto abbinato a freschissimi cocktail o a ricercate birre artigianali. Questa volta la scelta è unanime e cade sui Tacos de Camarones: gamberi alla piastra, mayonese al lime, cavolo bianco, pico de gallo, cipolla rossa sott’aceto e coriandolo.
Un tripudio di sapori che ti catapultano tempo zero a Città del Messico e mixano ingredienti tipici come il mais con le contaminazioni più speziate portate dai conquistadores spagnoli.
Quando la notte scende su Milano è il momento di chiamare in causa la più elegante e misteriosa delle tre Scrambler: la Nighshift, che ci porta sui Navigli, una delle zone più brulicanti della city, per un passaggio da Poormanger in Via Vigevano 10 (ma c’è un’altra sede in Paolo Sarpi e ce ne sono tre a Torino!).
Qui la storia si fa meno leggera, perché la specialità del posto sono le patate, ripiene di ogni qualsivoglia prelibatezza, purché non sia light. Decidiamo, non ancora a conoscenza delle porzioni che ci aspettano, di iniziare con un delizioso e rinfrescante gazpacho con crema di basilico, per poi passare ognuna alla sua leccornia preferita.
Una patata con salmone marinato, crema di yogurt al lime e rucola, una al pollo thai con latte di cocco, peperoni, zenzero, cipolla, coriandolo, lime e peperoncino e infine il cavallo di battaglia del posto: la patata carbonara con crema al tuorlo d’uovo, guanciale croccante (tanto guanciale croccante), pecorino e pepe.
Le patate, da sempre un cibo povero ma ricco di nutrienti, vengono trasformate da Poormanger in piccoli capolavori gourmet, bravi!
La moto più pop e i cibi più street, la moto più street e i cibi più pop: un connubio che funziona e che ci ha portato a zonzo per una metropoli decisamente a misura di Scrambler!