Se guidando un’auto elettrica venite regolarmente colti dal timore di esaurire la carica a chilometri dalla prima colonnina disponibile, provate a pensare se, invece che in autostrada o su una semplice provinciale, foste in Arabia Saudita, nel bel mezzo del deserto. Certo, l’obiezione sarebbe scontata: nel deserto ci vanno i cammelli o le moto, i fuoristrada e i camion ben attrezzati. Trovarci un’elettrica è impossibile. E sarebbe anche sensata, volendo. Ma cade miseramente sotto i colpi di un’eccezione: la Dakar 2023.
Anzi, per essere precisi, la Dakar 2022, l’edizione della storica gara nel deserto che si è tenuta all’inizio dell’anno scorso e che, per la prima volta, ha visto in gara auto elettriche. Una competizione come questa – 14 tappe, oltre 8500 chilometri da infilare nel più grande deserto di sabbia presente sul pianeta – è il terreno ideale per testare le evoluzioni tecnologiche dei motori alimentati totalmente o parzialmente da e-fuel. Ed è quello che farà Astara Team, con un fuoristrada ancora più “verde” di quello che ha partecipato nel 2022.
La squadra spagnola ha presentato i propri equipaggi: tre piloti e tre copiloti (Laia Sanz-Maurizio Gerini, Carlos Checa-Marc Solà e Óscar Fuertes-Diego Vallejo), tre automobili, otto veicoli e un team di più di 30 persone a supporto. E due obiettivi. Il primo è quello di chiunque gareggi, in uno stadio, in un autodromo o anche in una bocciofila: vincere. Il secondo è farlo anche nel modo più consono ai tempi che viviamo, in cui l’emergenza ambientale detta (o dovrebbe dettare) le agende politiche e la quotidianità delle persone. Per questo Astara Team punta a diventare la squadra più sostenibile in gara, grazie a veicoli capaci di lasciare la minore impronta di carbonio possibile. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato un portavoce della squadra – è spingere le persone ad andare oltre, fornendo le tecnologie e le soluzioni più efficienti e intelligenti. Come l’e-Fuel, con lo scopo di offrire in tutte le situazioni la mobilità più rispettosa dell’ambiente”.

Nel 2023 si fa sul serio
L’edizione del Rally Dakar è la numero 45 e per il quarto anno consecutivo si corre in Arabia Saudita. Si parte da Sea Camp e si arriva ad Al-Hofuf-Damman. E chi parte è un autentico esercito: 820 concorrenti, 564 equipaggi. Tre di questi, come detto, guideranno Astara 01 Concept, che rispetto al 2022 spicca per un dettaglio immediato: la proporzione di e-Fuel passa dal 70 al 90%. Quasi un’elettrica integrale.
Gli altri dettagli sono meno evidenti, ma non meno importanti: la macchina ha un peso inferiore rispetto a quella che ha corso l’edizione precedente, è più potente e dà la possibilità di alloggiare una terza ruota di scorta. Per capire se questi miglioramenti avranno saputo tradursi in un’impronta di carbonio più leggera, e quindi in una miglior sostenibilità aziendale, alla fine della competizione saranno condotte specifiche misurazioni, seguendo il protocollo GHG e lo standard ISO 14064. In questa edizione le rilevazioni saranno estese a tutte le emissioni generate dal team, considerando quindi quelle indirette e dirette di gas serra prodotte dalle apparecchiature, quelle generate dalla logistica e dai movimenti di tutti coloro che saranno coinvolti nel lavoro di squadra.
Sostenibili e inclusivi
Un ulteriore aspetto sul quale il team spagnolo vuole dimostrare di essere calato nella contemporaneità è quello dell’inclusione. La presenza femminile in squadra è importante e strategica, a cominciare da Laia Sainz, la pilota spagnola che sarà in equipaggio con Maurizio Gerini. Oltre a lei ci sarà Jessica Nebra, ingegnere con un’esperienza di oltre 25 anni nel mondo del motorsport, e Iona Hernandez, giovane meccanica ma con un’esperienza già piuttosto solida: campionati turismo spagnolo e tedesco, IMSA, 24 Ore di Le Mans, European Le Mans Series, WEC. E, appunto, una Dakar che promette scintille. Elettriche, ovviamente.