«Raven Cars è il primo brand automotive del Metaverso». Questa non è solo un’asserzione, ma una frase che gioca con il tempo. Quello che esprime nel verbo è il presente, quello che ti fa vedere è il futuro. Lo stesso raccontato da Ernest Cline nel romanzo Player One, anno 2010, e portato al cinema otto anni più tardi da Steven Spielberg con Ready Player One, tratto proprio da quel romanzo. «Ma in realtà il Metaverso c’è già, esiste nel momento in cui ci incontriamo su Instagram o dialoghiamo su Zoom. O giochiamo su Fortnite. Il Metaverso oggi non è uno ma sono tanti, e salvo poche eccezioni sono mondi che non si parlano. Nel futuro, però, potrebbero convergere e unirsi in un unico Metaverso».
Ora, la domanda è più che lecita: parliamo di auto o di filosofia? La risposta è intuitiva: parliamo di tutt’e due. La riflessione filosofica sul rapporto tra realtà fisica e realtà virtuale (il Metaverso, appunto) è indispensabile per capire il senso della frase con cui Matteo Maresi ha cominciato la storia che vi vogliamo raccontare. Matteo è il capo del marketing di Raven Cars, avventura nata poco meno di un anno fa dalla mente e dalla matita di un altro Matteo. Di cognome fa Gentile, ha 37 anni, è di Roma e di mestiere disegna automobili. Nel suo curriculum spiccano diversi nomi; due tra tutti: Lamborghini e Bugatti. Case di lusso, di qualità assoluta. Di eccellenza. E però, calate un una realtà che viaggia a ritmi lenti. La progettazione, nell’automotive, deve misurarsi con una catena molto lunga di passaggi e approvazioni. A seconda della complessità, un’idea viene messa su strada in un tempo che va dai quattro ai dieci anni. Insoddisfatto da questa fisiologia, Gentile si guarda intorno e vede un mondo non tangibile ma veloce: quello degli NFT (Non Fungible Token), della blockchain e del Metaverso. Un mondo che vive un hype, un momento di entusiasmo del quale sono simbolo le Bored Monkeys. Per capire, serve una piccola digressione.
Queste “scimmie annoiate” sono dei collectibles, cioè degli NFT da collezione in serie limitate, realizzate nell’ambito del progetto Bored Ape Yacht Club. Ad aprile del 2021 l’NFT di ognuna di queste scimmie (ne esistevano 10mila) è stato venduto a poco meno di 200 dollari. Ma poi, di transazione in transazione il prezzo è salito. Meglio, è decollato: il valore complessivo ha sfiorato i 100 milioni di dollari, con alcune scimmie valutate oltre il milione.
La Bored Monkeys sono considerate arte digitale. Ma restano oggetti intangibili. Gentile osserva, e ha l’idea di fare un passo in più, pur restando nella sfera dell’intangibile: realizzare automobili NFT, ma con le matematiche. «Il che significa una cosa precisa: chi le acquista, volendo, potrebbe costruirla – ci viene in soccorso Maresi –. Compra un’auto virtuale, ma come se fosse ingegnerizzata. Il processo è chiaro: si parte dallo sketch, lo schizzo anche su carta, poi si passa al Cad, quindi alla modellazione in 3d e infine alla CGI, la Computer Generated Imagery. A quel punto sei a posto: metti la macchina sul marketplace e la vendi».
Per capire il potere delle matematiche, è utile guardare un video sul profilo Instagram di Raven Cars (@ravencars_nft). Si vede la GT, il loro modello, muoversi in una città che, in tutto e per tutto, ricorda New York. Quel video non ha nulla di diverso da un trailer o da uno spot pubblicitario che potremmo vedere in tv nello spazio tra un tg e un talk-show. Ecco, quel video è possibile proprio grazie alle matematiche.
«Per questo dico che Raven Cars è il primo brand automotive del Metaverso – precisa Maresi –. Un costruttore di auto per questo ambiente, che possono essere acquistate da studi di CGI, da chi fa gaming o simulazioni. O da chi investe negli NFT, pur sapendo che al momento non se la passano benissimo. E poi, se oggi la guidi in un ambiente di gaming, magari domani potrai guidarla nel Metaverso dominante». Uno squarcio di futuro, dove Maresi si muove con la dovuta cautela: «Mi rendo conto che parlare di Metaverso ora significa parlare di fuffa, considerato che ce ne sono tantissimi. Ma la direzione che porta a un’unica realtà, che è poi il progetto Meta voluto da Mark Zuckerberg (il fondatore di Facebook, ndr) è quella verso cui stiamo andando. Magari non sarà Meta, ma qualcos’altro».
Il mercato, comunque, c’è. Raven Cars ha venduto una decina di pezzi sulla blockchain Ethereum. E c’è una certa fama, da quando a maggio del 2022 Kevin Ma – uno degli influencer più potenti al mondo in fatto di stile – ha postato sul suo blog un pezzo dedicato alla GT, facendo esplodere la risonanza intorno a un marchio nato, come detto, alla fine del 2021. E’ stato allora, infatti, che Gentile ha chiamato altri per lavorare a questa idea: Nicolò Plaja, per la parte finanziaria; Matteo Drovetto, per il design; Valentin Bécart per la parte visuale. Ad essi si è aggiunto in seguito Maresi. Tutti hanno un altro lavoro e, coerentemente con lo spirito del tempo, di Raven Cars si occupano da remoto: tutti insieme si vedranno per la prima volta di persona a Londra, alla fine di ottobre, a un evento di digital art.
«Noi vorremmo essere ricordati come quelli che sono andati oltre Pininifarina: produciamo design, nel pieno della tradizione di italiana eccellenza. Ma lo produciamo come oggetto non tangibile, come asset per chi produce contenuti virtuali. Il mercato della computer grafica è florido: i lanci di Ferrari, Porsche o di Lamborghini sono tutti in digitale. Ed è ovvio: siamo nel pieno della civiltà digitale, c’è sempre più richiesta di video, basti pensare ai reel. Ci sono necessità tecnologiche e noi produciamo asset di lusso per soddisfare queste necessità. Ma lo facciamo comportandoci da brand, per esempio dando tutte le specifiche dell’auto: cavalli, velocità, eccetera. Sono auto trasformabili in realtà – conclude Maresi –, non come le astronavi che puoi guidare nel gaming ma che non sarebbero mai realizzabili. Ecco, nessuno stava facendo qualcosa di simile».