Come la racconti la tua Summertime Sadness, quando tutti sanno che dell’estate faresti molto volentieri a meno? Come lo comunichi che anche a te, fiero rappresentante di coloro i quali hanno sempre guardato storto il calendario, all’avvicinarsi del periodo in cui una giacca in pelle corrisponderebbe ad una morte certa, la fine dell’estate produce sentimenti contrastanti? Lo spieghi con una manciata di note. Con quella musica che, come sempre, in ogni dettaglio della vita e delle stagioni, ti si infila sotto la pelle come l’inchiostro di un tatuaggio e ti fa provare sentimenti contrastanti, anche d’estate. Ed eccola, la Summertime Sadness che ti suona addosso mentre torni dalle ferie, da un viaggio o semplicemente quando ti trovi a guidare in Tangenziale alle sette di sera, verso la città, con il sole che scende ma che ancora non si arrende. 

È esattamente quello il momento in cui non ci sono tormentoni musicali estivi che tengono, il cervello fa click e ti accorgi che è arrivato il momento di riaprire un’agenda e scriverci qualcosa di nuovo. Niente ultimo singolo del rapper di turno che ha pubblicato il nuovo singolo a luglio. Niente La dolce vita e niente Caramello. Niente Litoranea e niente Jova-Notti o Jova-Beach-Party. Niente Gianni Morandi e niente Vasco. Non è vero, Vasco si. Perché la sua L’amore l’amore è arrivata ad inizio estate e chi dice di non averla ascoltata mente, oppure non sa di averlo fatto. 

In quell’esatto momento in Tangenziale, sotto il cavalcavia e con i primi grattacieli brandizzati della città all’orizzonte, ripensi a quando sei partito (non importa quando e non importa per dove) e gli amplificatori della tua radio passavano, puntuale come ogni anno, Drive degli Incubus. Perché sapevi che avresti viaggiato, guidato, ti saresti perso per la strada e la band di Calabasas (California) già lo sapeva e ti metteva in guardia. Oppure a quando hai acceso il motore per tornare (non importa quando e non importa da dove) e la chitarra di John Frusciante ti ha fatto quasi piangere sulle note di Under The Bridge. E la polvere dei festival musicali estivi dove la mettiamo? Ok non la mettiamo. Perché vuoi mettere il fascino dei live nei club che invochiamo ad ogni inizio autunno? Un giorno, però, prometto che a Roskilde ci andrò (facciamo nell’estate prima dei miei 50). Quell’estate a base di Rage Against The Machine, invece, me l’ero dimenticata. Rabbiosa, di rivolta e di fumogeni. Da ricordare anche quella, Sadness estiva o meno che sia. 

Capita che a fine estate ricominciamo a coprirci la pelle, ma l’anima ce la troviamo spesso scoperta, in cerca di rifugio nelle note che ci fanno tornare indietro. O andare avanti. Perché a settembre arriva anche nuova musica. Sul taccuino delle cose da ascoltare nelle prossime due/tre settimane mettiamoci le novità firmate The Mars Volta, Verdena, Marcus Mumford e Manuel Agnelli (si, quel Manuel Agnelli). Mettiamoci anche gli Editors, i Pixies se siete nostalgici. Metteteci anche Rina Sawayama, se al tocco pop non ci volete rinunciare e siete alla ricerca di una voce nuova che vi soddisfi.

Incredibile, la Summertime Sadness, ci attanaglia anche se non lo sapevamo. Anche se l’avevamo relegata a nostalgia di qualcosa che non c’è più, senza sapere bene di cosa si trattasse. Anche se ci siamo sempre rifiutati di ammetterne anche solo l’esistenza. Nel frattempo, però, spolveriamo la giacca di pelle e prepariamo a incontrarci (finalmente) sotto a qualche palco. Questa volta al coperto.