Mattine come queste hanno il colore neutro di chi non sa bene da che parte stare e così si accomoda temporaneamente in un limbo ovattato. Non nascondo che a volte anche io senta il bisogno di respirare un po’ di vuoto rigenerante, di percorrere concettualmente una strada dritta, senza salite né discese.

Questa forma d’animo, accompagnata dalle nuvole color ghisa di una giornata d’autunno, è il fattore riequilibrante di una quotidianità dominata dalla ricerca spasmodica di sfumature, sfide evolutive, scossoni emozionali e curiosità artificiale. In questo gioco di equilibri ogni fase si alterna, divenendo al tempo stesso volano e artefice di quella successiva.

Mentre attendo che l’inerzia faccia il suo corso e ravvivi il mio fuoco, costruisco i miei equilibri e ricarico passione, emotività e coinvolgimento verso me stesso e il mondo on the outside. Quel soffio imprevisto arriva dalle casse, dove le note del piano di Adam Duritz & soci riaccendono quel che resta del mio falò interiore, che attende solo di essere rinvigorito.

“I am colorblind
Coffee black and egg white
Pull me out from inside
I am ready, I am ready, I am ready”

Figlio di contrasti e contraddizioni quale sono, nel momento in cui la lama di una canzone  che ti fa a brandelli sembrerebbe affondare il colpo definitivamente, ecco che il mantra “I am ready” risuona nella testa e prepara il terreno a un nuovo slancio vitale.

Come una modesta fenice, dopo essermi consumato, ho covato serenamente la rinascita tra i miei stessi resti. Trasformo la staticità in un nuovo dinamismo, il pacifico galleggiare in un salto dal trampolino, il grigio della zona di comfort nei colori imprevedibili di nuove sfide e scoperte.

La colonna sonora cambia ed io con essa.

Indosso quella giacca gialla che non capisco come possa portare così bene, dati tutti i miei sforzi per non essere in forma. E invece è perfetta, quasi mi scappa anche un sorriso.

Inizio pian piano a brillare mentre sento scorrere la piacevole sensazione delle cose che cambiano. La moto è il mezzo giusto per questi momenti: ispira lucidità e permette di respirare. La conduco dove lei non si aspetta, in luoghi a cui non appartengo fino in fondo. La città.

Un ammasso vitale e sovraffollato, caotico, dinamico e maleducatamente respingente, dove iperstimoli, frenesia e altri mali moderni si amplificano e ingoiano tutto e tutti. Ecco la mia fiabesca visione urban, con tutte le eccezioni del caso. Eppure è lì che voglio andare. Perché la perenne ricerca di equilibrio passa anche da un ondeggiare verso lidi apparentemente ostili, lontani dall’ideale comodamente conosciuto.

Sfilo tra il traffico in un nervoso prima-seconda che parrebbe non avere nulla di piacevole, eppure nel casco c’è un’irreale quiete di cui io stesso mi stupisco. È proprio vero che non ci si deve mai dare per scontati, nonostante gli anni sulle spalle stimolino l’arroganza di chi crede di conoscersi a fondo. La città scorre confusa mentre il tardo pomeriggio inizia a gettare le sue ombre. Non sono i bagliori artificiali delle luci che cerco. Vado a caccia di ben altri colori, molto più luminosi di quelli che qualsiasi led potrebbe generare.

Tendo l’occhio e il cuore a ciò che si oppone al cemento, a ciò che bilancia il grigio di chilometri di asfalto, a palazzi di vetri torbidi dall’anima d’acciaio, fredda e vuota. Mi lancio nel terreno per me misterioso e a volte ostile di ciò che non è minimal, ordinato, pulito. Di ciò che prende vita dal caos, dalla creatività e dall’istinto.

È un altro mondo, distante anni luce dal mio modus vivendi. Ma non voglio certo rifuggirlo, arroccato sul mio piedistallo di certezze. Voglio addentrarmici con il muso e l’animo di chi ama percepire le sfumature di ciò che non conosce, che non comprende e, a volte, di ciò che in apparenza non convince.

Svolto lungo vicoli che mi portano lì dove la città dovrebbe dare il suo peggio tra architetture parassite che si aggrovigliano. E invece vengo investito da spazi che trasudano vita, aggrappati saldamente a un desiderio d’espressione che diventa più forte e splende, in netto contrasto con l’ambiente circostante. Forme, colori, segni e disegni, brillano sui muri, sintonizzandosi con l’interno del mio casco. Sono rapito.

In questi linguaggi comunicativi e visivi sento alzarsi quel vento che ravviva la fiamma e suggella la mia rinascita. Arriva una moltitudine di sensazioni potenti, un pieno coinvolgimento e il fascino intrinseco che c’è nel doversi sforzare, nel fare il primo passo per entrare in risonanza. Mettere da parte quel subdolo egocentrismo che fa credere che siano le forme d’arte a doversi adattare a noi e non viceversa. Che ci sia solo evitabile fatica nel lasciarsi coinvolgere e prendersi il rischio.

Parcheggio la moto perché quei muri hanno la mia completa attenzione e ora sono affamato.

Ricerco il dettaglio, assorbo i colori e mi accendo nei contrasti. Nessuna chiave di lettura da teorico del niente, nessuna presunzione di capire. Solo cuore, pancia, emozioni.

Quel bagno lisergico su calce mi ha stordito a sufficienza e ora serve che l’altalena faccia il suo corso riconsegnandomi ad ambienti del tutto differenti. Lungo viali affollati, nascoste tra botteghe di altre epoche e locali ammiccanti, si trovano piccole realtà espositive dove si respira quell’aria fresca che profuma di coerenza e credibilità, di sogni e indipendenza. Niente di più vitale quindi, in un contesto che mi riporta maggiormente verso le mie certezze fatte di ordine visivo e silenzi immersivi.

L’arte si sposta su altri supporti senza perdere energia né impatto. È quella dei giovani talenti che popolano NoLo, il quartiere milanese che proprio come me, a un certo punto, ha deciso di rinascere dalle proprie ceneri grazie a una nuova onda creativa che qui si è insediata, rendendo forza vitale e futuro a questo pugno di strade. NoLo è una galleria a cielo aperto, un microcosmo metropolitano costellato di spazi rinati grazie all’estro. Ed io, chinato sulle ginocchia, riprendo la mia “caccia” perdendomi nelle linee, nelle pennellate, negli oggetti e nelle provocazioni artistiche di un mondo a cui mi affaccio meravigliato.

Assorbo di tutto, conscio che il viaggio di ritorno sarà tutto un ripercorrere immagini e sensazioni rimettendole nel mio personalissimo ordine. Un tripudio di luci che fanno passare in secondo piano anche quelle della città, che ormai hanno divorato il buio della sera. Prima-seconda-terza… ora le strade sono anche un po’ più libere ma non c’è bisogno di correre. Non c’è mai bisogno di correre. La brezza si è fatta vento e di cenere non vi è più traccia. Il grigio si è fatto arcobaleno ma so anche che dovrà tornare grigio affinché il ciclo si ripeta… poco male, per ora il fuoco scoppietta serenamente e le sue fiamme volteggiano rassicuranti dentro di me.

the place

NoLo, Milano

Nell’eterogeneo scenario della street art milanese NoLo (Nord Loreto) ha un posto di rilievo. È un’area in costante mutamento, capace di grande contrasti, e certamente una delle più stimolanti da esplorare. Tra via Morandi e via Pontano i muri sono un’esplosione di linguaggi, espressioni e colori. Il cemento si fa tavolozza e le vecchie opere vengono cancellate dalle nuove, in un continuo rinnovamento. In viale Monza 55 la galleria Pisacane Arte offre uno spaccato d'arte contemporanea: opere iconiche in cui perdersi e un panorama emergente tutto da scoprire. Arte, design e moda riempiono invece gli spazi di Colla Super, in via Pietro Crespi 13. Si chiude con il provocatorio Spazio Bidet in via Giacosa 11, che incarna l’animo sperimentale del quartiere.

The bike

Leoncino 800, Benelli

Leoncino 800 è la nuova icona di stile di Casa Benelli, pensata per emozionare sia tra i muri della città che tra le curve. Il suo stile autentico ed essenziale e l'attenzione al dettaglio la rendono il mezzo perfetto per le avventure urbane e non. Il motore 754cc da 76,2 CV e il telaio a traliccio tubolare con piastre in acciaio assicurano spinta, agilità e maneggevolezza per qualsiasi tipologia di pilota. Il che si traduce in divertimento senza pensieri. Disponibile nelle colorazioni grigio e verde.

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The jacket

New Step Hydroscud, Tucano Urbano

All'avanguardia per design, ma non solo. La giacca New Step di Tucano Urbano è realizzata in nylon derivato dal riciclo di scarti postindustriali. Pensata per chi cerca l'equilibrio tra innovazione e sostenibilità, New Step è tecnica, confortevole e stilosa, il che la rende perfetta per chi vive la città in moto. Impermeabile e traspirante, con protezioni CPS AEROSOFT su spalle e gomiti.

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