C’è uno Shangai, tridimensionale e gigantesco che con i suoi macro-bastoncini occupa la metà della piazza di fronte alla loggia di Palazzo dei Priori. Sulla torre, a 30 metri da terra, due acrobate stanno danzando appese a un filo, mentre una sirena si tuffa e nuota sinuosa in una vasca trasparente, sotto le stelle.
Nel frattempo, i chiostri si animano di monologhi e si accendono di coreografie. Sui piccoli palchi all’aperto prendono vita pièce inedite e colorate mentre le voci del pubblico tacciono per lasciare a vista e udito il ruolo principale.
Le luci del Teatro Manini si spengono per lasciare posto ai passi e all’estro degli artisti. Qualcuno cammina scalzo sulle pietre medievali di Piazza Garibaldi e qualcun altro, in abito da sera, si fa scattare una foto accanto alla fontana.
Potrebbe essere un momento onirico particolarmente effervescente, così come una sceneggiatura felliniana. Invece è Narni Città Teatro, il festival che da quattro anni trasforma Narni, appunto, in un non luogo magico e affascinante, dove l’arte apre il suo ventaglio per incantare il pubblico con un susseguirsi di esibizioni, letture, concerti, danza e tutto ciò che d’inatteso e inconsueto il teatro possa offrire.
Ed è così che a giugno, per un weekend, il borgo umbro cambia letteralmente pelle e i ritmi morbidi degli stretti vicoli medievali lasciano il posto a una girandola di più di 40 spettacoli di altissimo livello in appena 48 ore. L’edizione 2023 è dedicata alle Possibilità nascoste, le stesse che hanno ispirato il nostro viaggio alla ricerca della meraviglia che può celarsi dietro la prossima curva.
All’interno di questo territorio incantato tra Roma e Assisi cade l’esatto centro geografico della penisola italiana. Probabilmente se ne accorse anche C.S. Lewis, che alla fine degli Anni 30 si lasciò ispirare dall’antico nome latino dell’insediamento, Narnia appunto, per dare il titolo delle sue celebri Cronache.
Ed è questa la meta del nostro itinerario in compagnia di Caterina Licini e Matteo Giovani, che in sella alle loro Triumph Scrambler hanno raggiunto Francesco Montanari, attore e direttore artistico del Festival insieme a Davide Sacco, per vivere quest’esperienza straordinaria. La loro possibilità nascosta.
Ad accomunare Caterina, Matteo e Francesco, oltre alla passione per le due ruote, è una sensibilità profonda e intima per l’arte, che ognuno di loro interpreta in modo del tutto unico e personale, assecondando le proprie attitudini. Lo si nota dalla linea che segue lo sguardo di Caterina, ex ballerina, di fronte alla coreografia del duo How To_Just Another Bolero, che come in una gabbia immaginaria esegue 18 composizioni sulle note crescenti di Ravel, 18 ritratti ispirati al tema dello spazio vitale e della sua ridefinizione, tra toni drammatici e ironici.
Nel mentre Matteo sta assistendo a Concerto, che unisce coreografia e canto, arrangiamenti elettronici e paesaggi sonori per celebrare la libertà creativa: la stessa che caratterizza le opere digitali di Matteo, opere che tra qualche mese saranno esposte a New York.
E li vediamo insieme, Caterina e Matteo, ad assistere a L’angelo e l’automa, radiocronaca notturna tratta dal saggio di Curzio Malaparte che vede protagonista la voce calda e profonda di Francesco Montanari in un racconto che è quasi un esame comparativo tra la spiritualità atletica di Bartali e l’efficienza meccanica di Fausto Coppi.
Tre spiriti eclettici, affini sebbene diversi. E tre giorni di strada, panorami e arte vissuti su due ruote. C’è arte nelle strade percorse insieme e ci sono strade che confluiscono nell’arte. Come le loro. Ed è la condivisione di questi momenti a rendere unico il viaggio. Lo si assapora ingranando una marcia dopo l’altra in un crescendo ritmico che ricorda lo spettacolo itinerante Gente, che qui a Narni ha ridisegnato gli spazi del Museo di Palazzo Eroli grazie alle azioni danzate che nascono tra il pubblico, rendendolo parte integrante di questo viaggio immaginifico.
C’è il sapore della libertà open road nella voce inconfondibile di Luca Ward che ne Il primo uomo racconta l’allunaggio del ’69 in una lettura notturna ai piedi di Rocca Albornoz, sotto un cielo stellato da ammirare a occhio nudo o con l’ausilio del telescopio astronomico.
C’è la poesia della curva perfetta nelle parole di Daniel Pennac che all’alba, nella cornice dell’Ala Diruta, disegna scenari vividi sull’origine delle ispirazioni. C’è il sapore dell’heritage, della tradizione in Napoleone. La morte di Dio di Davide Sacco interpretato da Lino Guanciale e c’è l’occhio puntato al futuro nel dibattito di chiusura del festival tra il rapper Emis Killa e Francesco Montanari.
Ma soprattutto c’è la scintilla, quella autentica. La stessa che ha reso possibile vivere tutto ciò.
Le possibilità nascoste ci hanno intrigato, e come noi anche i numerosi partner dell’evento che hanno sostenuto questa ricca, quarta edizione. Tra tutti, abbiamo avuto il piacere di conoscere Marco Proietti, di Gubbiotti Moreno S.r.l, impresa edile del territorio che ormai da tempo supporta questa iniziativa. La scintilla è scattata subito: Marco è un grande appassionato di moto, con un garage nutrito per ogni occasione e che macina chilometri in ogni direzione. Uno di quelli che appena ne ha occasione salta in sella e parte.
Non potevamo avere dubbi: l’Umbria è terra di motori, terra di campioni.
La passione per la moto unisce, così come quella per l’arte. Il supporto a Narni Città Teatro, infatti, vuole essere anche un tributo al suo socio, mancato qualche anno fa, che per l’arte nutriva un amore infinito.
Chissà che l’unione di queste due passioni non porti qualcosa di più grande in futuro.
Experiences
Ph Press: Mattia Bernabei & Sandro Liberatori