Una V35 II degli anni ’80 salvata da rottamazione certa e premiata con una seconda vita dal garage romano Motosindromiche.

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di una moto e di un motociclista, un racconto in grado di far comprendere a chiunque quanto sia forte la passione per le motociclette dei veri motociclisti.

Il protagonista di questa storia è Emiliano, romano, laureato in medicina e motociclista fino al midollo. La co-protagonista di questa vicenda è una Moto Guzzi V35 II di inizio anni ’80. Lo scenario che fa da sfondo agli avvenimenti è Roma. E il filo conduttore che collega tutti questi elementi è la forte passione per il mondo delle le moto di Emiliano.

Fondamentalmente io penso, progetto e realizzo da solo i miei mezzi, ma vivendo su una sedia a rotelle da diversi anni, a fasi alterne mi faccio aiutare da un paio di amici: Luigi e Gabriele — ci racconta Emiliano — Nonostante tutto la moto mi è rimasta dentro. Non potendo più guidare ho deciso di costruire!”.

Nonostante l’impossibilità di poter guidare la moto come prima, Emiliano non si è perso d’animo e spinto dall’ardente passione per le due ruote ha trovato un’alternativa ai viaggi in sella e una valvola di sfogo: smontare e rimontare, restaurare o personalizzare moto di tutti i tipi.

Ed è con queste premesse che Emiliano ha voluto portare le sue ambizioni un gradino più in alto fondando Motosindromiche, il suo garage collocato in una zona industriale alle porte di Roma.

Motosindromiche è il progetto con il quale Emiliano ha deciso di firmare le sue creazioni. Motosindromiche… un nome che sin dal principio ci ha incuriositi e sul quale abbiamo chiesto subito delucidazioni a Emiliano.

Con il termine ‘sindrome’ viene identificato uno stato, una manifestazione, un aspetto generato da un insieme di sintomi diversi… la stessa cosa avviene per le nostre moto, sono la risultante di più contaminazioni”.

Motosindromiche è dunque l’unione di due termini:

Sindrome, sostantivo femminile, dal greco συνδρομή «concorso, affluenza», che, nel linguaggio medico, indica un complesso più o meno caratteristico di sintomi, senza però un preciso riferimento alle sue cause e al meccanismo di comparsa, e che può quindi essere espressione di una determinata malattia o di malattie di natura completamente diversa.
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Moto, sostantivo femminile, forma accorciata di motocicletta, che indica un veicolo a motore con due ruote.

Una sorta di “crasi” tra il passato medico di Emiliano e l’amore per le motociclette. Quasi come se l’essere motociclista fosse una sindrome: le moto si amano incondizionatamente, è difficile stabilirne le cause precise che portano a stravedere per questi magnifici mezzi.

Motosindromiche è una realtà alimentata a benzina, dedizione, e divertimento, nata senza pretese ma con l’obiettivo di poter passare le giornate fuori dalle mura di casa modificando e donando una nuova vita, una seconda possibilità, a moto che altrimenti sarebbero state demolite.

È la sorte che sarebbe toccata a questa piccola Guzzi V35.

LA STORIA DELLA BROWNIE

Tutto è cominciato dalle parole di un amico di Emiliano, Marco, che durante un pomeriggio come gli altri all’improvviso esordì dicendo: “Voglio anche io una café racer, e la voglio unica e italiana. Ma per fare questo bisogna salvare una moto. È da quando sono bambino che adoro la vecchia Moto Guzzi utilizzata per fare le consegne dalla drogheria di quartiere. Ho saputo che il proprietario ha intenzione di rottamarla, subito l’ho fermato e gli ho promesso che entro un paio di giorni l’avrei liberato del mezzo! Aiutatemi a recuperarla e poi voi penserete a darle un nuovo stile”.

Per paura che il vecchio proprietario ci ripensasse, prima di sera Emiliano e i suoi avevano già ritirato la moto.

Già lungo la via del ritorno verso l’officina, Emiliano pensava e rifletteva su come sarebbe potuta diventare la piccola V35. Sulle note di “It’s only love doing its thing” di Barry White che suonava dallo stereo del furgoncino arrivò l’ispirazione: la nuova V35 dovrà avere linee pulite, essere più compatta e avere un colore unico.

L’idea di Emiliano era quella di conferire alla Guzzi la stessa personalità del suo futuro proprietario, Marco, un ragazzo con mocassini, gilet e barba da vero hipster. La moto sarebbe dovuta dunque essere semplice ma elegante, un vero gioiello pronto a marciare durante la Distinguished Gentleman’s Ride.

LE MODIFICHE

Volendo dare vita a una vera café racer, più snella, più leggera, più essenziale e al tempo stesso più grintosa e accattivante, il primo passo è stato quello di modificare il telaio: al posteriore troviamo un nuovo telaietto nettamente più corto dell’originale che ospita la nuova sella realizzata su misura e fabbricata in pelle e Alcantara. Emiliano ha cercato di accentrare le masse per rendere la linea della moto più snella e filante montando un nuovo sistema di scarico 2 in 1 in acciaio inox ispirato a quelli delle vecchie Shelby Cobra e fabbricando un serbatoio modificato con tanto di tappo ricavato dal pieno. Nel frattempo il bicilindrico a V da 346cc è stato completamente restaurato.

Della moto originale è rimasto il magnifico faro anteriore, i cerchioni che ora montano pneumatici stile bobber, e le forcelle. Al posteriore invece troviamo delle nuove sospensioni a gas RFY con serbatoio separato.

L’intero impianto elettrico è stato rinnovato, la strumentazione è digitale e le frecce bar-end sono a LED.

Il resto della moto è caratterizzato da tanti dettagli costruiti su misura come le pedane in alluminio, il porta-targa monobraccio e i numerosi inserti in ottone; per una guida più sportiva la moto è stata equipaggiata con semi-manubri e gas rapido.

Infine la V35 è stata verniciata con una tinta “flat chocolate” satinata, impreziosita con il logo dell’aquila sul serbatoio e dal nome sulla sella artigianale.

UNA NUOVA IDENTITÀ

Si chiama Brownie, un nome azzeccato per una piccola café racer: dolce e sfiziosa come un brownie al cioccolato.

Un ottimo lavoro quello di Emiliano, Luigi e Gabriele, d’altronde quando un lavoro è svolto con amore e passione il risultato si vede.

Abbiamo lavorato tanto per dare nuova vita alla piccolina di Mandello del Lario, siamo soddisfatti e felici perché finalmente brilla di nuova luce, di quella luce che renderà ancora una volta lucidi gli occhi di Marco e i sampietrini dei vicoli del Pigneto!”.

La storia di Emiliano deve essere un’esempio per tutti noi motociclisti, uno stimolo, una motivazione per non mollare e inseguire sempre le proprie passioni. Fatevi ispirare!

Foto: Giulia Cirillo e Virgilio D’Ercole

Modella: Emanuela D’Attilia