Un po’ Spice Girls, un po’ Charlie’s Angels: poliedriche, differenti, uniche e complementari. Non è semplice, questo è certo, mettere insieme quattro donne per qualche ora, figuriamoci per qualche giorno…

No, non bastano un territorio neutro e la passione comune per i motori, quelli casomai ti allungano una mano, ma l’impresa resta comunque ardua, ancor più quando si tratta di mettere d’accordo due fuoristradiste e due stradiste… È qui che il grattacapo s’infittisce. Il set di questo implausibile film si chiama Abruzzo, la location sembra un quadro: due laghetti naturali incastonati in un bosco da fiaba punteggiato dai colori delle tende degli avventori e rallegrato dal vociare ininterrotto, dal continuo rombo dei motori e dallo sfrigolare delle griglie per gli arrosticini.

Si tratta del Motorrhard Summer Camp, un evento che raduna bikers da tutta Italia e non solo, di tutti i generi, gusti e colori e preannuncia quello che, dal 16 al 18 settembre, sarà uno degli eventi di punta della Regione: l’Abruzzo Rally Raid, format che promette grande divertimento sia per chi ama il turismo su strada sia per chi, invece, preferisce portare i tasselli tra pietre, terra e fango.
Durante il Camp le ragazze iscritte al Rally hanno potuto cimentarsi in un bel corso di avviamento alla guida in off, così da non arrivare impreparate all’evento. Ottima idea, qualche tombola sì, ma quanto divertimento!

Tuttavia il Motorrhard Summer Camp non è solo off e strizza dunque l’occhio alla dualità motociclistica, dettaglio che sottolinea altresì l’eterogeneità del nostro piccolo gruppo. Due prediligono l’asfalto, con annesse pause caffè, pranzetti luculliani e ennemila soste foto per rimpinzare anche gli account social, oltre agli stomaci. Le fuoristradiste hanno invece dalla loro la freschezza e la curiosità dello scoprire, con il plus di muscoli e schiene che non hanno passato gli anta e quindi ancora propense all’off-road più estremo. E in fuoristrada, si sa, non ci si ferma mai, nemmeno per la pic perfetta per Instagram.

Quale miglior connubio di quattro belle Royal Enfield Scram 411 per appianare queste apparentemente invalicabili divergenze? Una moto per ciascuna, un colore per ognuna e la Regione più bella d’Italia completamente a disposizione (sì, chi scrive è di parte!). 

Un’esagerazione? Non troppo. Qui, in circa un’ora di strisce d’asfalto piene di goduria da regalare a chi le accarezza su due ruote, si può passare dai 2.000 metri della Majella alle spiagge dell’Adriatico, spettacolari come la Costa dei Trabocchi, selvagge come la Riserva di Punta Aderci e poi giù sino ai confini con il Molise. E vogliamo parlare della gastronomia, o del food, come lo chiamano “quelli veri”? Una poesia per il palato, condita dalla cortesia della gente del luogo. “Abruzzese, forte e gentile”, mai detto fu più azzeccato e mai cenette furono più apprezzate.

Ci muoviamo in una zona particolarmente selvaggia della Regione, con base tattica negli impervi boschi di Anversa degli Abruzzi, tra orsi, lupi e cinghiali. Ora la cosa più logica per un buon check del circondario sarebbe dividersi, giusto? Le turiste per la loro strada, le off-roader per la loro non strada e via a scoprire nuovi orizzonti! Come? Troppo facile? Certamente.

Appena fuori dalla tana, già faticosa da raggiungere per via di un’impervia stradina sterrata con pendenza media del 200% e tornanti infidi lambiti da dirupi che non vorresti mai vedere sotto alle gomme, si srotolano nastri di terra e sassi che si abbarbicano sulle montagne che fanno da corona a 360 gradi tutt’intorno. E che fai, te li perdi? Con una moto, la Scram, in grado di donare sicurezza davvero a chiunque, anche le due stradiste puntano l’anteriore verso quel che per loro è pressoché l’ignoto, per scoprire presto che abbandonare la strada vecchia per la nuova può non essere una cattiva idea.

Parliamoci chiaro: la Royal non è una moto specialistica, certamente chi di off ne mastica parecchio potrà farle fare cose eccezionali, ma non è questo il caso. Eppure… pietre, buche, salite, scorrono sotto alle ruote con disarmante facilità e, prendendo le dovute misure e la giusta confidenza, il gusto non tarda ad arrivare. In piedi sulle pedane le nostre fab four si inebriano dei profumi della montagna che riescono senza fatica ad insinuarsi nel casco. Magia.

In questo sperduto angolo d’Abruzzo, famoso per l’Oasi del WWF delle Gole del Sagittario, non è raro incontrare specie animali lontane dalle consuetudini di quattro milanesi. Lupi, orsi, cinghiali già citati poco sopra e ungulati di ogni tipo sono i padroni di questi boschi e dei sentieri, ed è quindi fondamentale tenere una velocità consona e rispettosa, oltre ai famosi cento occhi aperti.

La Scram è perfetta per questo tipo di percorsi, l’importante è non avere fretta o manie di prestazioni estreme; gestisce bene strade bianche e off leggero grazie all’eredità lasciatale dalla moto da cui deriva, la Himalayan, e una buona gommatura semi-tassellata che non si tira indietro facilmente davanti a qualche asperità fa il resto. Basta lasciarla scorrere, “galleggiare”, e sarà lei a portarvi, senza alcuna difficoltà. Anche il ruotone da 19 all’anteriore, seppur non performante come il 21 della Hima, permette di osare e si rivela un ottimo compromesso tra strada e fuoristrada.

I tratti wild segnano l’inizio dell’esplorazione e, dopo un’impegnativa salita al parco eolico di Cocullo – una fatica, ma che spettacolo! – si decide di tornare su asfalto e percorrere la strada delle Gole, che non ha nulla da invidiare alle più blasonate Gorges francesi: il panorama è unico, le curve si insinuano tra le rocce e la Scram lascia intendere che ora sì, può davvero dare il meglio di sé.

I chilometri sfilano sotto le gomme, con qualche sosta giusto per immortalare la bellezza del lago alla fine del fiume Sagittario, per poi proseguire sulla SR479 fino a Scanno, Villetta Barrea (famosa per i grandi cervi che passeggiano indisturbati tra le vie del paese), arrivando a sfiorare il Molise. Sono rotte che i motociclisti abruzzesi ben conoscono, battute anche da tanti laziali, spesso trafficate nel week-end, super godibili e consigliate durante la settimana.

Ma il bello dei viaggi, si sa, sono le deviazioni non programmate. E il percorso delle Gole ne offre una imperdibile: poco dopo Anversa una ripida salita sulla sinistra porta, dopo svariati spettacolari tornanti, al pittoresco comune di Castrovalva, sdraiato in bilico su una roccia, imponente e attento sulla valle. Le quattro Royal si arrampicano senza incertezze, godibili a qualsiasi andatura, e i sorrisi dentro al casco, complice anche la magica luce del tramonto, si aprono leggeri. 

La Scram 411 sposa la stessa filosofia delle altre Royal in gamma: piccolo propulsore, grandi promesse. È una moto instancabile, dai consumi irrisori, che non teme nulla e che accompagna senza distinzione il motociclista meno navigato così come quello più esperto che può scoprire, o riscoprire, in sella a questa moto il piacere dell’essenzialità.

Volete attraversare una città all’ora di punta per andare al lavoro o per un ape in centro? La Scram lo fa senza massacravi i polsi e anche con un bel tocco di stile. Volete attraversare una nazione? La Scram lo fa senza mai mettervi in difficoltà e con una discreta capacità di carico (si adattano facilmente le borse rigide della Himalayan). Volete attraversare un deserto? Se siete un pizzico smaliziati, certamente farà anche quello!

Poliedrica, differente, unica. Così come le nostre quattro Wheelz Girlz, che si sono portate a casa quattro giorni ininterrotti di avventura, chilometri, nuove amicizie, qualche chilo di arrosticini e soprattutto la consapevolezza che tutto si può fare, con le compagne giuste, siano loro in carne ed ossa o in ruote e motore.

Il segreto? Rispettarsi, nei modi e nei tempi. Aiutarsi, che sia solo per spostare una moto anche quando non ce n’è bisogno. Sorridere sempre, o quasi. E commuoversi. Per un panorama, per un gattino che ti corre incontro o per la fine di una bella impresa. Un ringraziamento, dunque, alle mie compagne di strada (e fuoristrada!) Agnese, Gilda e Sara, per aver fatto tutto questo. Ed essere già pronte a ripartire.