Qual è la prima cosa che vi viene in mente pensando all’orizzonte? Personalmente visualizzo un limite e allo stesso tempo un obiettivo. Ma così sono due, potrà dire qualcuno. Vero, allora lasciatemi raccontare il nostro weekend di gara e saprò spiegarvi perché li vedo come la stessa cosa.

 

Moto Guzzi Fast Endurance – Cremona Round 3

Cremona Circuit è il circuito del mio vero debutto. È qui che, meno di un anno fa, ho provato il brivido della partenza. Alberto e io torniamo in sella a un mese esatto dalla doppia di Vallelunga da cui usciamo molto soddisfatti della gara sul bagnato e con un pizzico di voglia di rifarci dopo Gara 2. Decidiamo di concederci le libere prima di entrare nelle qualifiche. Alberto da subito è veloce e in costante miglioramento, anche io ho delle buone sensazioni e il venerdì termina con la consapevolezza di aver imboccato la direzione giusta.

Ci svegliamo sabato mattina sotto una pioggia battente. Il cielo è buio e anche una volta cessato di piovere resta coperto. Niente sole, niente vento e umidità palpabile. Nel tempo che ci separa dalle qualifiche, Alberto e io attraversiamo tutte le fasi del dubbio. Il meteo mette bello oggi e brutto domani, ma il cortocircuito è evidente. Non possiamo rischiare di trovare una situazione peggiore domani: dobbiamo entrare e fare del nostro meglio. Le condizioni oggi sono chiare: è bagnato e noi abbiamo dimostrato di sapercela cavare. Il piano è perfetto.

A mandare tutto all’aria però, ci pensa nuovamente il meteo: mezz’ora prima delle Q1 si alza una brezza che apre il cielo e inizia ad asciugare velocemente la pista. Chi esce dai turni precedenti racconta di una pista umida, ma in veloce evoluzione. E adesso? L’assetto di ieri? I riferimenti? La confidenza con la moto? Il regolamento prevede che il primo turno sia del pilota con fascia Blu, Alberto. Decidiamo di non toccare il lavoro di ieri, il setup della moto resta uguale: ci adattiamo noi. Alberto entra, mi attacco al monitor dei tempi per capire che pista sta trovando. Primo passaggio, secondo, i tempi sono alti. Caspita dev’essere un casino. Terzo passaggio e rientra ai Box scuotendo la testa. Non se la sente di guidare così e perdere quella confidenza che ieri lo faceva girare davvero forte. Saggio. Al mio ingresso mancano 15 minuti, sole e vento stanno facendo il loro e la pista cambia di giro in giro.

Luce Blu e si entra. Esco dalla Pit lane e per capire quanto sia bagnato, cerco di ricordare il colore dell’asfalto di ieri. Mentre giro le tessere del Memory versione Pantone, mi accorgo che la 2 tiene, la 3 anche, così come la 4 e la 5. Sguardo avanti in uscita dalla 6 ed eccola lì, pozzanghera in traiettoria. Morbido, abbiamo visto di peggio a Vallelunga. Proseguo cauto fino alla 12 e 13 dove Alberto se l’era vista brutta. Umido sì, ma si sta asciugando velocemente. Inizio a prenderci confidenza, ma non ha senso forzare e poco prima di fine turno, rientro. Missione compiuta, entrambi abbiamo un tempo che ci qualifica alla gara. Domani, se le condizioni meteo saranno favorevoli, cercheremo di migliorarlo.

Andiamo a letto consapevoli che l’indomani le Qualifiche 2 saranno sfidanti: saremo i primi del paddock a fare ingresso in pista, e il primo turno è alle 8:30. Apro gli occhi 5 minuti prima della sveglia e vedo alcune notifiche, tra cui un WhatsApp di Alberto: scrive che non è stato bene ed è dovuto andare al Pronto Soccorso. Sarebbe rientrato a breve perché si sentiva decisamente meglio. Ci vediamo per capire la situazione. È vero che saltando le Q2 sarebbe comunque qualificato per la gara di oggi alle 14:00, ma è anche vero che ha in corpo di tutto e non sarebbe sicuro correre in pista. Decidiamo di fare la cosa più saggia: non farlo correre.

OK benissimo. Cioè no, male, malissimo! Se Alberto è unfit e non corre, o trovo un sostituto o non corro nemmeno io. Sono le 7:40: dobbiamo individuare un valido sostituto, registrarlo, infilarlo dentro una tuta e farlo entrare in pista in meno di 50 minuti. Mentre sfrecciamo verso il circuito, mi attacco al telefono in cerca di aiuto. Ancora una volta lo trovo nei Guareschi e Gianfranco, al nostro arrivo, mi aspetta al suo camper con la soluzione. Dario Villa al secolo, ma per tutti lui è Lupo.

Lupo è un pilota esperto e navigato, sguardo da duro. Un veterano del campionato. Questo è il primo anno che non è iscritto al Fast Endurance in equipaggio con sua figlia, Eleonora. Per tutti Lupetta.

La scena è indimenticabile: Gianfranco è appena sceso dal letto e giurerei di avergli visto versare interi cucchiaini di zucchero in un caffè di moka più nero della situazione in cui mi trovo. Dopo il quarto ho perso il conto. Lupo invece ha un’aura serena e ci accordiamo con lui seduto in sella alla bici. Mi tranquillizzano e mi spiegano cosa dovrò fare intanto che si prepara. Sono le 8:10 quando salgo, a due a due, i gradini delle scale che dal paddock portano in Direzione Gara. Le operazioni in sé non sono lunghe, ma tutti della Federazione conoscono Alberto e ogni persona mi chiede sue notizie. Scendo per far firmare a Lupo, risalgo per consegnare e mentre riscendo, vedo in lontananza Lupo salire sulla nostra moto e entrare.

Andata, ho 20 minuti per cambiarmi!

Mentre indosso la tuta, penso che 4 rampe di scale e 400 metri di corsa per 4 volte (e poi qualifiche) sarebbero un WOD degno di nome e ringrazio il box CFSZ (www.crossfitsuzzara.com) per preparami al peggio. Il WOD Porzi. Suona anche bene.

Raggiungo di corsa i Box mentre Dario rientra: “La pista è asciutta Porzi! Vai tranquillo che tiene, io sono andato piano per non prendere rischi, ma tu vai tranquillo. Anzi dagliene un po’ Porzi!”.

Manata sulla spalla (Dario ha le mani delle dimensioni di un TuttoCittà) e dentro in Q2.

Sono talmente sudato che nei primi metri in moto ho freddo, ma ci siamo: Lupo è qualificato! Adesso testa bassa e cerchiamo di migliorare il tempo di ieri. Al primo passaggio sotto il traguardo mi accorgo che il feeling di Venerdì è tornato e la moto mi piace. Il primo giro lanciato mi piace, il secondo tantissimo, terzo giro mmmh, il quarto non vado. Perché? Realizzo che sono le 8:40, sto correndo esattamente da quando ho letto i messaggi di Alberto 2 ore fa e dal risveglio non ho neanche fatto pipì. Chiudo il gas, ne approfitto per ripassare un paio di volte le traiettorie della 6 e della 13 che non vogliono saperne di entrarmi in testa e parcheggio la moto al Parco Chiuso.

Smonto, mi dicono che ho segnato il mio giro migliore e che le notizie che provengono da Alberto sono incoraggianti. Bene! Ora colazione e relax!

In men che non si dica bisogna prepararsi per la gara. Parto io, ingresso in pista alle 14:00 e 3 minuti per schierarsi. Fa un caldo terribile e inizio a sentire salire la tensione e la stanchezza in una giornata nella quale ti sembra di essere sceso dalla parte sbagliata del letto. Mentre indosso la tuta, mio figlio si avvicina e mi dice: “So che sarai bravissimo papà”. Sbam! (cit.) Questa cosa mi ha cambiato tutto. Mi sono ricordato perché sono lì e dove deve andare lo sguardo nei momenti di difficoltà.

I’m locked and loaded, let’s go racing.

L’aria ai box è elettrica, le moto sono già fuori. Qualche ultima verifica e si scaldando i motori. Manca sempre meno all’ingresso in pista e mi fa strano non avere Alberto attorno. Vengono fatti allontanare tutti e rimaniamo solo noi piloti e i meccanici. Si abbassano le saracinesche dei box in configurazione gara e… dove cazzo è Lupo?? Giusto il tempo di farmi c@gare sotto e arriva. Lo ha fatto apposta il bastardo!

Una volta in griglia ci scambiamo le ultime dritte, che sono più che altro battute. Ho una buona sensazione addosso, ma non riesco a stare fermo. E siamo al via. Letteralmente. VIA!!!

Quando il Direttore di gara sventola la bandiera parto con uno scatto che ha tutto meno che dell’indimenticabile, ma mentre percorro i primi metri in sella mi rendo conto di quanto stessi aspettando quel momento. È stata una liberazione. Non vedevo l’ora di lasciare la tensione della giornata in griglia, svuotare la testa e correre.

In partenza mi sono fatto infilare da due di troppo, ma sono concentrato e non aspetto molto. Alla 10 mollo i freni e entro per il primo sorpasso. Cerco di uscire il più forte possibile perché l’altro è subito lì e mi lancio sul lungo rettilineo in scia. Sono uscito forte e in progressione guadagno centimetri: a metà rettilineo lo affianco portandomi alla sua sinistra anticipando quello che verrà.

Casco sul serbatoio, cartello dei 300 metri, porto il culo fuori preparandomi alla 11. Cartello dei 200 metri, non ancora, riempio i polmoni e… freno! Non ho staccato profondissimo e in frenata si fa vedere, ma ho preparato bene il sorpasso: posso inserire la moto quando voglio. Entro, poi la 12, la 13 e via sul rettilineo del traguardo a chiudere il primo giro! Ho recuperato le due posizioni perse in partenza e ora posso concentrarmi sul passo. Staccati di poco davanti a me, tre piloti sono in gruppetto. È cercando di andare a prenderli, che il terzo sarà il mio miglior giro di sempre a Cremona.

Per abitudine butto l’occhio al muretto per scorgere il cartello Cambio, oggi abbiamo anche Mary la compagna di Lupo, che dal muretto espone la tabella IN. Rientro e lascio la moto a Dario. Il suo stint vola ed è già tempo di rientrare. Mi sembra di non essere mai sceso, la moto mi piace e riprendo da dove ho interrotto.

Col procedere dei giri però inizio a sentire la gomma dietro scivolare. Il caldo sta facendo il suo, certo, ma siamo solo a metà gara: mancano ancora 45 minuti alla bandiera a scacchi. Tanto. Resto concentrato e cerco di adattare la guida a questa nuova condizione. E me la godo. Mary dice IN e rientro. Sono ancora nella bolla quando Mary dal muretto mi cerca con lo sguardo e mi fa segno che Lupo sta rientrando. Aggiunge che davanti a noi abbiamo qualcuno che potremmo agganciare. Coraggio!

Salgo in sella e parto per il mio ultimo stint determinato ad andare a prenderli. Ma appena cerco di forzare gli inserimenti, la gomma davanti trasla e mi fa capire che anche lei inizia a non averne più: devo guidare rotondo e costante e lasciare qualcosa per Lupo o non ne avrà per portarla alla fine. Mi ritrovo a parlare con me stesso. Lo sguardo e il pensiero sono alla curva successiva. Non riesco a raggiungere quelli davanti (scusa Mary), ma sono lì, sono presente e sto guidando bene. Quando rientro in Pit, per consegnare la moto a Lupo, ho il sorriso stampato in faccia. Non ho mai girato così forte e così costante e dalla partenza in poi non ho fatto altro che divertirmi.

Bandiera a scacchi! Ci dirigiamo al Parco chiuso per accogliere i piloti di rientro. Lupo è contento, fa il burbero, ma è sollevato: guidare la moto di un altro è sempre una bella responsabilità, ma grazie a lui ho potuto correre. Andiamo nuovamente a punti con una meritatissima P14. Confermiamo i risultati di Vallelunga, in un weekend sicuramente generoso da parte di tutti: meteo e sfighe incluse.

Eccoci dunque arrivati alla fine del racconto del Round 3 del Fast Endurance e… L’orizzonte? Il tramonto? La pippa di prima?

Ah già. Perché l’orizzonte per me è allo stesso tempo un limite e un obiettivo? Perché lo voglio raggiungere e il più velocemente possibile. Lo so che può sembrare una frase arrogante, che sta meglio a un pilota che fa primo e non 14esimo. Ma io oggi mi sono sentito e sono stato pilota. Ho corso da pilota e con un pilota. Lupo. Quando l’ho visto la prima volta avevo soggezione a parlargli. Oggi abbiamo corso insieme. E sono sicuro abbia notato la mia crescita. Oggi sono stato un pilota per mio figlio, che mi ha accompagnato in questo weekend in pista ed è tornato esausto, ma felice.

L’orizzonte è l’obiettivo, perché se resti fermo, quello che vedi definisce il tuo spazio e la tua percezione delle cose.

Ma sto imparando che in moto lo sguardo è avanti. E man mano che procedi, l’orizzonte e i tuoi limiti si spostano. Continuamente. I cambiamenti nel corso di questo weekend sono stati tanti, non ultimo il comportamento della moto. Li ho accolti perché parte del gioco e ho fatto del mio meglio per guidarci sopra. C’è dentro tanto, in questo. Mi dispiace solo Alberto non sia stato qui, ma ci rifaremo. Non resta che ringraziare tutti, a partire dalle Bonas, che sono venute a sostenerci in una Cremona infuocata. E darvi appuntamento a fine Agosto al Round 4 che si terrà al Mugello. Sì esatto, al Mugello! Il nostro orizzonte si sposta lì. Alberto sarà talmente inpeperonato che non vorrei essere gli altri. Sta meglio e saluta tutti.

Cheers!