No, non è una moto degli anni ’20 restaurata e lucidata. È una special del 2020 che rispolvera lo stile semplice, leggero e senza fronzoli dei primi motocicli del secolo scorso.

Ultimamente vi abbiamo parlato di customizer e moto che facevano del loro punto forte le nuove tecnologie, la mobilità green o le prestazioni. Oggi vogliamo fare un passo indietro e raccontarvi l’altra faccia della medaglia, esplorare la corrente di pensiero complementare, quella che si concentra sul design, sul look, sull’aspetto esteriore della moto. Una “concenzione filosofica” del mondo delle due ruote essenziale tanto quanto la sua complementare; come abbiamo detto sono due facce della stessa medaglia: l’una è fondamentale per l’altra e viceversa. Senza l’unione delle due correnti le moto sarebbero in un caso dei semplici veicoli utilitari, commerciali senza il minimo fascino, oppure dei pezzi da museo. Il mondo dei motori, che si tratti di auto o moto, è, infatti, il miglior esempio dell’incontro tra design e ingegneria: le eccellenze italiane della Motor Valley, i prodotti del Made in Italy dei motori sono riconosciuti in tutto il mondo proprio perché più di tutti gli altri riescono a combinare linee e forme mozzafiato con tecnologia e prestazioni da sogno.

Il nostro protagonista è un’artista, un’appassionato di motori, un meccanico che privilegia la corrente del design. Si chiama Giacomo Galbiati e sotto il nome di GDesign dà vita a moto che in strada fanno voltare lo sguardo a chiunque.

La mia filosofia è un po’ diversa da quella di altri costruttori. Io punto maggiormente sul fattore artistico, le prestazioni, la tecnica, l’utilizzo di materiali futuristici vengono dopo. Io voglio guardare una moto e rimanere a bocca aperta. Se ciò accade ad altri quando vedono le mie creazioni posso dire di aver raggiunto il mio scopo”

Giacomo Galbiati

Con queste parole Giacomo ci fa capire chi abbiamo davanti. Un uomo che non si conforma alla massa, che è sicuro di sé e che cammina dritto sulla sua strada senza temere il giudizio altrui. Giacomo ha una sua etica e le idee ben chiare: vuole creare arte su due ruote esplorando stili differenti e cercando di sperimentare soluzioni diverse; ogni suo progetto è un’opera d’arte a sé stante. Ad Aprile vi avevamo mostrato sui nostri canali social la sua special su base Buell: mettendo quella special a confronto con la special di oggi nemmeno noi saremmo in grado di dire con certezza che siano state create dallo stesso customizer, ma entrambe condividono il medesimo tocco artistico e sfumature in comune, prima fra tutte il fatto di non mettere in mostra la moto originale.

Che moto è?

Bisogna osservarla attentamente e se non fosse per la scritta sul motore e il logo sul telaio bisognerebbe essere dei veri esperti per identificare la moto di partenza. È una Royal Enfield Bullet 500 del 2008. 12 anni di età, non 100.

“L’ho battezzata ‘Born To Fly’ perché questa special è un’ode alla libertà, a quella libertà che solo la moto riesce a darti”

Per questo il tema ricorrente delle ali, da quelle dipinte a mano sul parafango posteriore a quelle scolpite in lamierino sul serbatoio, perché in fondo quando si è in sella alla propria moto sembra quasi di volare.

Nonostante la ‘Born To Fly’ non sia una scheggia è pur sempre una moto ben sfruttabile. Giacomo l’ha guidata più volte: non è adatta a percorrere lunghe distanze, non è pensata per andare forte, ma dà il meglio di sé in una classica gita domenicale, durante un giretto fuori porta. Un’esperienza d’altri tempi, alla riscoperta della pura meccanica e di quelle sensazioni di libertà… il vento in faccia, il paesaggio che scorre a fianco a sé…

Tutto il discorso affrontato sopra lo ritroviamo in ogni singolo elemento di questa Royal Enfield trasformata in special atipica, diversa da tutte le altre moto che si vedono in strada. Ci sono voluti 6 mesi di lavoro notturno per completare questo progetto.

L’ispirazione principale deriva dalle motociclette monocilindriche dei primi decenni del ventesimo secolo. Giacomo ha scelto la Royal Enfield Bullet proprio per le dimensioni, il motore, la cilindrata, l’estetica e la semplicità: fattori essenziali per realizzare ciò che aveva in mente. D’altronde è risaputo che le Royal Enfield sono moto semplici, spartane… idealmente le moto perfette per intraprendere un’avventura del genere.

Tuttavia l’unica parte originale ad essersi salvata durante la customizzazione è il cuore: il monocilindrico 500cc. Tutto il resto è stato sostituito o adattato per riproporre in chiave moderna il concetto di moto “primitiva”.

Volendo conferire alla moto nuove linee che esaltassero un’estetica lunga e bassa, le modifiche artigianali di Giacomo sono state numerose e sostanziali.

Il telaio è stato allungato di 6 centimetri, il forcellone modificato per conformarsi alle nuove misure. A Giacomo era passato per la mente di convertire la Bullet in hardtail, alla fine ha optato per un set di ammortizzatori vista la poca praticità di un telaio rigido.

Il serbatoio originale è stato sostituito da un “falso” doppio serbatoio fatto a mano in lamiera d’acciaio saldata, battuta e poi verniciata: sul lato sinistro abbiamo l’effettivo serbatoio della benzina con il tappo che riprende il tema della libertà, sul lato destro invece il “serbatoio” è stato utilizzato per montare la strumentazione e contenere l’impianto elettrico in modo ordinato. Su entrambi i lati Giacomo ha “incastonato” le due ali dorate.

All’anteriore troviamo una forcella a parallelogramma appartenente a una Royal Enfield degli anni ’40.

Me l’hanno spedita dall’India a un ottimo prezzo. Sembrava saldata in cucina. Io l’ho completamente restaurata, irrobustita, carteggiata e riverniciata per poi adattarla alla Bullet. Funziona molto bene. Ovviamente ho dovuto modificare anche l’impianto frenante”.

Il manubrio non è un pezzo di qualche moto sportiva degli anni ’70 ma è il manubrio originale girato al contrario, una piccola modifica ingegnosa che ha mutato completamente l’aspetto dell’avantreno e trovato un equilibrio per la triangolazione manubrio-sella-pedane. Alle estremità del manubrio Giacomo ha montato delle vecchie leve freno e frizione “inverse” per poter nascondere guaine e fili ed accentuare il look vintage.

Altre modifiche comprendono: i nuovi cerchi originali Royal Enfield che Giacomo ha scovato in Inghilterra; lo scarico fatto a mano che sembra l’apoteosi della semplicità, in realtà monta, inaspettatamente, anche un db killer; le luci che sono i due elementi che ci riportano alla realtà e per primi ci fanno intendere che questa sia una moto del XXI secolo (nelle foto non la vediamo ma la targa viene montata sotto la luce di stop su un supporto apposito); il parafango posteriore che si apre in due, per evidenziare ancora il tema delle ali, simbolo di libertà.

NERO E ORO

Se il filo conduttore della moto è il concetto di “lunghezza”, ciò che amalgama il tutto è la verniciatura nera-oro. Il nero e l’oro sono due colori che spesso portano a risultati kitsch, ma non è questo il caso. Sulla ‘Born To Fly’ questa accoppiata di colori non stona, anzi mette in risalto le rifiniture, i dettagli e tutto il lavoro artigianale di Giacomo. I cerchi erano color argento ma sono stati verniciati in nero e poi a mano sono state dipinte le venature in oro. Il motore lucidato e riverniciato è circondato da dettagli dorati. I disegni sul filtro dell’aria e sul parafango biforcuto rappresentato delle ali dorate, dipinte a mano libera dalla compagna di Giacomo.

Non è una moto kitsch bensì elegante e senza tempo, premiata dalla capacità di identificare quali dettagli dipingere a contrasto e quali lasciare di colore nero.

Questa è ‘Born To Fly’, la Royal Enfield di GDesign, nata nell’officina notturna di Giacomo con l’obiettivo di esprimere una personale visione sul mondo delle due ruote. Una moto customizzata secondo i suoi gusti e i suoi istinti personali, avendo carta bianca sulle modifiche da apportare. Già, perché Giacomo è un’artista. Preferisce customizzare una moto che lo ispiri trasformandola in un’opera d’arte piuttosto che modificare le moto dei clienti seguendo le loro richieste. Fare la moto e poi venderla. Come se il cliente stesse acquistando un quadro. Giacomo stesso si chiede fino a che punto ci riuscirà, se questa filosofia e questo metodo di lavoro lo premieranno o no,  per ora non sa darsi una risposta. Giacomo ci crede e con forza e coraggio continua per la sua strada. ‘Born To Fly’ è in vendita, pronta ad accompagnare un nuovo motociclista in una nuova avventura, pronta per diventare la compagna di qualche vero appassionato.

Giacomo Galbiati GDesign

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Mattia Negrini

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