A Milano, proprio nel cuore palpitante di una delle metropoli più all’avanguardia in Europa, esiste una realtà unica nel suo genere. Si chiama Artland e sì, ha a che fare con l’arte, ma non è una galleria. Non in senso tradizionale, quantomeno. Artland è un valorizzatore di talenti, un incubatore di progetti validi e selezionati, per presentare lavori unici ad un pubblico vasto e permettere agli artisti emergenti di vivere della propria arte. Nasce da un’idea di Francesco Simonetta, founder e CEO, con la volontà di dare una svolta alla tradizione. Dimenticatevi il concetto più masticato di mercato dell’arte: qui si parla una lingua diversa, la visione è a 360 gradi e la sensazione è di trovarsi proiettati nel prossimo futuro. Innanzitutto, Artland non è uno spazio espositivo canonico e vive in movimento. La ricerca di location sempre diverse è uno degli obiettivi primari, la conditio per valorizzare ogni talento proprio nell’ambiente che maggiormente lo contraddistingue e mette in luce. Per questo i suoi vernissage sono veri e propri eventi, seguitissimi dal pubblico più attento e all’avanguardia. Si potrebbe dire i “pionieri”, i trend catcher di Millennials e Zoomers.
Ecco perché vivere una settimana da insider tra studi privati e mostre in allestimento è stata un’esperienza che non potevamo lasciarci scappare. L’abbiamo fatto insieme ad Anna Vassena, in arte Avvassena, uno dei talenti emergenti che Artland cura e promuove. In un turbinio di carico e scarico tra il suo laboratorio e la location scelta per la mostra a lei dedicata ci siamo mossi tra le centralissime vie di Milano a bordo del veicolo che per antonomasia coniuga capienza, agilità e sostenibilità. Ford E-Transit non teme Area C, trasporti pregiati e volumi importanti. Il suo essere full electric lo colloca tra i veicoli commerciali più ambiti da chi deve districarsi nella metropoli e da chi dalla metropoli vuole lasciarsi ispirare. Proprio come ci ha raccontato Avvassena è muovendosi nel silenzio tra le vie della city che l’ispirazione prende forma.
“Milano è una città che sa essere ora frenetica, movimentata e caotica, ora invece molto lenta e silenziosa. Un veicolo elettrico mi permette di assorbire i suoni e la vita della città ed è fondamentale per poter poi interpretare tutto questo nella mia arte”.
Arte mutevole, quella di Avvassena. Arte che interagisce con ambiente e condizioni luminose come se si trattasse di un qualcosa di vivo. È proprio la luce, infatti, che Anna utilizza per andare oltre la superficie, per poter apprezzare la ricchezza e la vivacità dei colori in modo sempre diverso e inatteso. Le sue opere, infatti cambiano e si trasformano se immerse nel buio e colpite dalla blue light, svelando un mondo parallelo a quello che appare a un primo sguardo e alla luce del sole, il tutto grazie all’utilizzo di tecniche innovative, che danno un nuovo volto all’interpretazione artistica.
“Parlando di innovazione credo che l’arte stia andando molto veloce, di pari passo con il mondo che sta cambiando, soprattutto negli ultimi anni, con un’estrema rapidità. L’arte non può prescindere dal seguirlo”.