Una moto estrema, ispirata a un’antica armatura da samurai e al primo pilota giapponese che corse nel TT dell’Isola di Man. In questo progetto mozzafiato sono i dettagli a fare la vera differenza.
KENZO è l’ultima creazione di Death Machines of London.
Death Machines of London (DMOL) è l’atelier londinese fondato dal designer James Hilton e dall’ingegnere Ray Petty. Nel panorama internazionale DMOL può essere considerato come una delle realtà più innovative del settore automotive inglese (e probabilmente europeo). Poche moto ma tanta qualità. Il nome deriva da una simpatica storia dell’infanzia di James quando suo padre si riferì alle moto come delle “macchine mortali” cercando di dissuadere il figlio dall’innamorarsi delle due ruote. Ovviamente questo episodio ha avuto l’effetto opposto e una trentina di anni più tardi Death Machines of London ha visto la luce. E parafrasando la storia raccontata sul loro sito ufficiale… vogliamo che sia chiaro che le moto realizzate da James e Ray non sono macchine mortali, anzi, sono tutti prototipi realizzati su misura e progettati seguendo i più alti standard qualitativi. La sicurezza viene prima di tutto.
E questi valori sono evidenti in KENZO, una special su base Honda Gold Wing, che è il risultato di un duro lavoro artigianale, di una ricerca dell’innovazione e di uno stile artistico davvero caratteristico.
Nella seconda metà del XVI secolo, Honda Tadakatsu (本多 忠勝) si affermò come uno dei generali samurai più valorosi e rispettati di sempre grazie alle sue gesta nella Battaglia di Anegawa e, soprattutto, grazie alla folle impresa di sfidare le ingenti forze nemiche di Hideyoshi con appena una trentina di samurai. I soldati nemici erano all’incirca 1500 e dunque Hideyoshi, sorpreso dall’audacia e dal coraggio di Tadakatsu, ordinò che nessuno ferisse gli assaltatori.
Nel 1930, Kenzo Tada ha impiegato quaranta giorni per arrivare in Europa a bordo di treni e di navi per poter prendere parte al Tourist Trophy sull’Isola di Man. Kenzo divenne così il primo pilota giapponese a prendere parte alla famosa gara.
Nel 1977, dalla catena di montaggio Honda prese vita la Gold Wing GL 1000 che nel 2018 è finita nelle mani di DMOL.
“Dunque… Samurai. Kenzo. Gold Wing. Honda Tadakatsu, il generale samurai, probabilmente non è imparentato con la famiglia che fondò la Honda Motor Company. E Kenzo Tada sicuramente non corse il TT con una moto Honda. L’importante qui è che i dettagli non rovinino il racconto di una storia affascinante… Una cosa è avere un’idea in testa, un’altra realizzarla in modo da farla veramente funzionare”.
Il progetto iniziale era quello di realizzare una moto per il Bike Shed Show del 2018, ma per la mancanza di tempo la moto non era marciante. E come disse l’artista britannico William Morris: “ Nessuna cosa inutile può essere veramente bella”. Avendo queste parole in testa James e Ray hanno cestinato il progetto originale e sono ripartiti da zero.
“Dunque, riassumendo: abbiamo ucciso un veicolo. Abbiamo realizzato un veicolo. L’abbiamo ucciso. E poi ne abbiamo fatto uno nuovo. Certamente siamo fedeli al nostro nome”.
Il risultato di un lungo e faticoso lavoro è KENZO. Una moto radicale, che unisce le più antiche tecniche di formatura del metallo all’utilizzo di materiali compositi, la stampa 3D e CNC all’arte dell’incisione e alla lavorazione della pelle.
Nonostante le moderne tecnologie e l’utilizzo dei programmi più avanzati di computer grafica, realizzare questa build non è stato affatto semplice: cercare di far convivere in armonia le parti realizzate in stampa 3D e le parti metalliche battute a mano ha quasi scoraggiato del tutto il team di DMOL. I due ragazzi non hanno perso la speranza. Ne è valsa la pena.
La carrozzeria prende ispirazione dalle antiche armature da samurai che erano realizzate in più strati e segmenti di metallo sovrapposti. Utilizza pannelli a supporti misti che sono stati meticolosamente rifiniti con curve regolari e lisce per poi incontrare pieghe affilate, mentre la griglia tra le due lastre metalliche è stata resa possibile solo con la stampa 3D.
All’avantreno l’elemento nero lucido che abbraccia il faro e scende verso il basso seguendo il profilo della forcella vuole ricordare la lama di una katana. La vernice utilizzata è una vernice speciale, preparata ad hoc per questo progetto: Titanium Samurai, un grigio scuro satinato utilizzato per la maggior parte degli elementi. Il resto è nero opaco.

E come vi abbiamo già detto quello che rende questa moto veramente speciale è l’attenzione e la ricercatezza dei dettagli.
La strumentazione è un’opera d’arte: il tachimetro realizzato a mano ospita una decorazione originale di un portagioie giapponese del XVIII secolo raffigurante un dragone. La lancetta è stata realizzata appositamente nello stesso stile o con gli stessi materiali della piccola “scultura”. Questo elemento è alloggiato in un supporto in nichel personalizzato e inciso, e racchiuso in una serie di lenti che supportano la tavola dei valori numerici e permettono di avere un’illuminazione uniforme che garantisce una facile lettura.
Il dragone bianco sembra essere intrappolato e può essere considerato come lo spirito di questo veicolo.
Altri dettagli includono il tappo custom per la benzina, delle griglie costruite secondo il caratteristico stile giapponese, varie targhette in alluminio incise con il logo DMOL e il nome “Kenzo”, e le estremità dei semi-manubri che sono state avvolte con un tessuto secondo la tradizionale tecnica Tsukamaki che viene utilizzata per realizzare l’impugnatura delle spade katana.
La sella è il secondo capolavoro di questa creazione: tralasciando il magnifico supporto costruito in-house, la sella in sé è stata realizzata con CNC partendo da un blocco di schiuma ad alta densità e racchiude al suo interno un sensore di prossimità (per permettere l’accensione keyless). Il rivestimento è il dettaglio che colpisce l’occhio: la sella è stata avvolta in pelle lavorata a sbalzo che ricorda gli abiti a strati indossati sotto le armature giapponesi.
Per quanto riguarda l’illuminazione faro anteriore, indicatori di direzione e luce di stop sono tutte parti custom disegnate da DMOL. Il faro anteriore, progettato insieme a Luminit, è equipaggiato con la tecnologia olografica più avanzata del pianeta che permette alle luci a LED di essere omogenee e di illuminare la strada davanti a sé nel miglior modo possibile.
Tuttavia le modifiche apportate alla Gold Wing GL 1000 non sono solo estetiche. Il telaio è stato infatti modificato e rifinito in nero satinato. Le modifiche hanno permesso di aumentare il passo, rendendo la moto più stabile alle alte velocità e di montare un doppio ammortizzatore Ölhins posteriore. Inoltre il forcellone è stato completamente ridisegnato. Anche all’avantreno troviamo sospensioni Ölhins, mentre l’impianto frenante si distingue per la coppia di pinze radiali forgiate Brembo M4, azionate dalla leva Type R01 Death Machines of London.
E grazie all’accensione keyless basta saltare in sella e premere il tasto “ON” sul manubrio per poter partire.
Che dire… KENZO è una moto che rapisce l’occhio, che ha una storia e che vuole raccontarne un’altra, una moto che promette buone prestazioni e che è testimone di un lavoro maniacale, testimone del vero artigianato e del lavoro manuale. E inoltre è disponibile per l’acquisto alla cifra di 56,000.00£.
建造.
Photo Credits: Ivo Ivanov e James Hilton.