Gli occhi lacrimano. Gli scatoloni spostati in magazzino hanno alzato un polverone. Le lancette sembrano incollate e scandiscono lentamente l’ultima giornata lavorativa della settimana. In questo tempo dilatato i pensieri sono veloci. Si immagina il tracciato, si pensa al set up della tavola, ci si domanda con chi condividerai le run e lo sbatta del viaggio in notturna.

Il collega, con una pacca sulla spalla, dice “ci vediamo settimana prossima”. Si esce di fretta. Il tempo si accorcia e si riallunga nel traffico. Alla radio passa un pezzo dei Queens Of The Stone Age, la testa inizia a oscillare e sale la gasa!

Una volta a casa cerchi di ricordare i pensieri del pomeriggio: com’è che era quel set up?! Le ruote sono quasi al core (finite, ko insomma) e lo skate shop di fiducia è dall’altra parte della città. Si fanno arieggiare i guanti ancora provati dallo scorso weekend mentre si lucida la scocca del casco. Si puliscono truck e ruote perché siano fiammanti.

Un trucco del mestiere per andare più forte è mettere del detersivo per i piatti sul kingpin (dove l’asse incontra la base): sembra faccia muovere meglio il truck. Con il mastice si incollano i bordi delle scarpe risuolate e si buttano nello zaino due paia di pantaloni già bucati.

Un paio di calze di spugna con le classiche 2 righe, un paio con una grafica slavata e un paio di un marchio di skate ormai illeggibile. Una giacca oversize per la sera. Due colpi di clacson precedono un pezzo dei Beastie Boys. Sono arrivati… Nel baule si gioca a Tetris con le tavole, le borse, i caschi e i costosi set di ruote.

Si sconfina e la strada per arrivare all’evento è ancora lunga. Tra una dogana e l’altra si spazia dai Blur ai Nirvana e poi Pubblic Enemy, Moderat, Mr Oizo... Sembra di essere nel bel mezzo di un DJ set uscito particolarmente male.

Nel buio della notte il paesaggio è indefinito. Si recupera un wi-fi improvvisato per farsi mandare la posizione. All’arrivo, voci familiari miste a risate ti piazzano in mano alcune birre del discount. Ci si infila il giaccone over e si apre la tenda, in qualche modo.

Le luci dal mattino fanno da dormiveglia. I grugniti del vicino ci tirano in piedi tra le risate. Fuori dalla tenda ci si rende conto di essere immersi tra boschi, fiumi e strambe casette. Il programma dell’evento è affisso all’ingresso dell’area free camping.

Sono tutti già su, alla partenza: saluti, sorrisi, occhiatacce, commenti nerd sui set up. Da alcuni stereo esce del reggae, una Mercedes Anni 90 spara metal e poi c’è un van dal quale proviene una musica ritmata in una lingua strana.

Sono tanti gli eventi di longboard nel vecchio continente. A giugno e luglio in Italia Sbanda Brianza organizza il Ghost Town Freeride e la Downhill Arena Race, gli appuntamenti più attesi dai riderz per il coinvolgente clima di festa.

Tutte le info ed i programmi dettagliati li trovate QUI.

Al megafono chiamano il riderz briefing. Un paio di skills per condividere il punto più veloce e più tecnico del tracciato. Un battito di puck (la saponetta dei guanti) con gli altri, su alla partenza. Tre pushate ben assestate.

La velocità aumenta, gli occhi lacrimano.