Il 20 marzo è l’equinozio di primavera. Data molto importante nella storia dell’umanità in generale e fenomeno su cui fior di astronomi, già ai tempi dei babilonesi, si arrovellavano. Gli equinozi, di autunno o primavera che siano, sono gli unici due giorni dell’anno in cui il sole sorge esattamente ad est e tramonta esattamente a ovest. Li vedo a tutti gli effetti come un elogio all’equilibrio assoluto. Quello di primavera, in particolare, è l’incipit perfetto di una stagione che torna ad accendere gli animi, di un periodo che alleggerisce l’opacità invernale.

Ma soprattutto, segna ufficialmente l’inizio della stagione motociclistica.

A me importa più che altro questo: non esistono più scuse per starsene chiusi in casa con l’assicurazione sospesa. Sull’onda di questa spinta emotiva, non posso fare a meno di sentirmi nel posto giusto al momento giusto quando, a pochi metri dalla riva del mare, mi trovo di fronte a due delle chicche più succose di Casa BMW, le rinnovate R 1250 RR 1250 RS.

Che di equilibrio tra prestazioni, linee e stile ne sanno qualcosa…

Direzione passo del Bracco. Il cielo promette bene, l’aria è già tiepida. Gli altri sono dietro la scrivania. Io sono in moto. Se non è uno spring break questo…

Dicevamo, oggi il test è doppio, protagonisti due boxer BMW che non sono il solito GS: parlo della R 1250 R, che di professione fa la roadster, e della R 1250 RS, sport-tourer ambivalente per vocazione. E la prova è interessante al quadrato, perché mi trovo a confrontare due sorelle: naked l’una, semicarenata l’altra, gemelle omozigoti nella meccanica, lontane parenti nella forma e nella destinazione d’uso.

Fortunatamente a questo giro non devo portarmi dietro il bigino delle caratteristiche tecniche: di fatto, queste moto sono un aggiornamento del model year precedente, hanno una solida reputazione e non devono dimostrare niente a nessuno. Ma alcuni aspetti sono particolarmente degni di nota e fanno davvero la differenza.

Partiamo dalla posizione di guida – seduta sulla R, più protesa in avanti nella RS. Dentro la prima e comincio ad affrontare il traffico di questa bella cittadina ligure, fatto di molti veicoli che fluiscono tranquilli, senza traccia del tipico isterismo milanese.

Provo subito una delle novità di entrambe le moto: metto il motore in mappa ECO, dotazione di serie al contrario delle mappe Dynamic e Dynamic Pro, ora disponibili in opzione. Questa configurazione elettronica adatta vari parametri del motore al fine di aiutarmi a ridurre il consumo (o l’inquinamento, se con la primavera vi sentite più green).

La risposta del gas si fa morbida come la panna montata, il cambio elettronico pure, mentre la configurazione dello Shiftcam – il sistema BMW di fasatura variabile – privilegia l’erogazione della coppia ai bassi regimi, che poi è già una delle specialità del boxer 1250.

La mappa ECO rende la guida così serena che vale la pena di utilizzarla ovunque possibile. Già che ci sono, un paio di numeri posso anche tirarli fuori: potenza 136cv e coppia 143Nm, sovrabbondanti per qualsiasi esigenza di sport o turismo.

Ma parliamo nel dettaglio due secondi della sorella vestita, la semicarenata R 1250 RS.

Mentre attraverso la vicina Sestri Levante e sfrutto il parabrezza regolabile per proteggermi dal fresco mattutino, mi propongo di tirar fuori il suo lato sportivo, approfittando della grinta elargita dalla mappa Dynamic, dove fasatura e apertura del gas danno più entusiasmo.

Sono sul tratto più bello ed emozionante della SS1, l’antica Aurelia, che si inerpica in un susseguirsi di curve su quella che è LA strada per i motociclisti rivieraschi. Ne approfitto per segnalarvi che tra le novità di R ed RS 2023 ci sono anche nuovi pneumatici di primo equipaggiamento e la moto che sto guidando monta le Michelin Road 5, gomme turistiche ma piuttosto agili, tanto che la RS invoglia al “maltrattamento”

Fin dalla prima curva il motore chiede di essere tenuto in zona alta, dove il perfetto controllo dell’acceleratore mi permette di dosare l’erogazione nella quantità e nel tempo in maniera ideale, mentre la ciclistica si lascia dominare volentieri, seguendo qualsiasi linea le imponga.

Certo, non mi trovo su una S 1000 RR, è ovvio. La RS è una moto lunga e stazzata – 243 kg in ordine di marcia – e la guida veloce non può che essere una guida di corpo, ma anche qui sta il bello.

Mi riprometto di provare quanto prima la vera novità della RS e cioè il manubrione da roadster, biconico, in alluminio, bello largo e con estremità rialzate: sono certo che potrebbe rendere più maneggevole la moto e ancora più agile la sua guida. In ogni caso a tanto impegno corrisponde pari soddisfazione…

Le mie sensazioni sono tutte positive e il divertimento è la giusta ricompensa che ho in cambio da questa moto, ingiustamente snobbata dagli italiani che hanno occhi (quasi) solo per il GS.

E dire che la ragazza di carattere ne ha da vendere, e di stile pure.

Rimbalzando come una pallina da flipper tra le mille curve del Bracco, la mattina fila via. Sono pronto per fare la conoscenza della sorella. Quella orgogliosamente poco vestita…

Prendo possesso della roadster R 1250 R, anch’essa nella stessa livrea dell’allestimento Sport della RS, optional molto apprezzabile che si accompagna a una configurazione monoposto abbastanza estrema, in quanto la moto viene consegnata priva di sella e pedane passeggero. Allora è vero che il motociclismo è uno sport da single? Se volete potete sempre aggiungerle comunque, tana libera tutti.

Di fatto sono sulla stessa moto provata poco fa, ma (oltre a interasse e avancorsa) cambia la triangolazione con cui mi inserisco per guidarla. Mi sento più alto, più eretto e quindi anche le mie gambe sono posizionate in modo apparentemente diverso. Anche la R è gommata Michelin e trovo un avantreno svelto, in una ciclistica innegabilmente più maneggevole, che mi impone di ritararmi nei primi chilometri. L’ingresso in curva è immediato in confronto a quello più rotondo della RS e la guida di corpo non è più così necessaria.

Strana sensazione, perché tutto è uguale e al tempo stesso così diverso.

Sarà che ho appena rinfrescato il ricordo che avevo delle curve del Bracco, sarà che è tornato il sole e fa più caldo, sarà che la R 1250 R è davvero più guizzante della RS… Sta di fatto che è un attimo lasciarsi andare a una guida più teppistica che sportiva.

Con un po’ di impegno sulle traiettorie mi trovo a fare quel che farei con naked derivate da supersportive, e questo è un complimento. Altro che moto da turismo!

Ed è solo in situazioni di guida così concitate che viene fuori quello che, a mio parere, è l’unico neo individuabile in queste “quasi gemelle”: un ridotto controllo dell’estensione dell’ammortizzatore posteriore. Nei cambi di direzione in cui si agisce con anticipo sul freno per entrare in una curva, il posteriore resta sollevato un attimo in più, e tende ad allargare. Ma sia ben chiaro: questo è un dettaglio da smanettoni ipersensibili che si fa sentire solo in alcuni casi ben specifici e guidando al di fuori di quella che è la destinazione d’uso più tipica della moto. Basta cambiare il ritmo riportandolo entro limiti di civiltà e il fenomeno scompare. Che poi si possa approfittare di ciò per costringere la 1250 R a entrare più decisa in curva, a farla girare di più, beh… questo resterà un segreto che terrò per me.

Ciò che segreto non è, è che con loro ci si diverte, curve e tempo scorrono veloci e il pomeriggio vola. Con un velo di rimpianto devo salutare le boxerone.

Facile perdere la testa per due sorelle così…