Un’altra Yamaha XJR1300 customizzata da Deus Ex Machina: un’interpretazione che, però, si allontana dai precedenti kit sviluppati dalla sede milanese.

Yamaha XJR1300, una gran moto che ha avuto una vita troppo breve. L’ultima versione della XJR1300, infatti, è stata prodotta dal 2015 al 2017. Dopodiché Yamaha ha deciso di concentrarsi sulla gamma MT e sulle moto della linea Sport Heritage e la XJR, pioniera delle moderne XSR, è stata mandata in pensione, a detta di molti troppo presto.

La XJR 1300 si è mostrata essere una moto vincente: affascinante e performante, non aveva grandi difetti, e quasi tutti i fortunati possessori la lodavano in tutto e per tutto. Un motore 4 cilindri in linea raffreddato ad aria da ben 1.251cc in grado di sprigionare 98cv a circa 8.000 giri. Un gran motore: certo consumava molto, era ingombrante e pesante (la moto di serie aveva un peso di circa 240 Kg), ma dava grandi soddisfazioni.

Ma un’estetica affascinate e originale, un bel motore che si distingueva per una fantastica coppia, e componenti di altissima qualità non sono bastati per tenere in vita questo progetto, un gran peccato… Ora grazie all’ultima special firmata Deus Customs torniamo indietro di 5 anni…

Arriva dalla sede centrale di Sidney, in Australia, dove la realtà di Deus Ex Machina è nata nel lontano 2006. La mente dietro a questa customizzazione è quella di Jeremy Tagand, genio della meccanica di origine francese di cui vi abbiamo già parlato.

Dopo i due progetti sempre su base Yamaha XJR1300 realizzati anni fa nella sede Italiana del brand Australiano, questa nuova interpretazione della quattro cilindri della Casa dei Tre Diapason si allontana molto dal concetto e dalla filosofia che avevano ispirato quelle prime special.

Nate all’interno delle mura del “Portal of Possibilities” di via Thaon di Revel, 3, a Milano, la Project X e, successivamente, la Eau Rouge, erano due moto che si ispiravano ai veicoli endurance degli anni ’70. Montavano pneumatici sportivi Pirelli e sospensioni da gara Öhlins, e traevano personalità dalle carenature e dai serbatoi in alluminio battuti a mano. Se la Eau Rouge aveva una linea bassa e lunga, con tanto di “cupolone” e codone, come quella delle vecchie moto da corsa, la XJR1300 realizzata da Jeremy Tagand è tutta un’altra questione.

È stata battezzata “Salé XJR1300”. Il nome non ha nessun significato nascosto, si rifà semplicemente al nome del fortunato possessore che ha commissionato il progetto a Deus Australia.

Siamo sempre stati dei grandi fan della Yamaha XJR1300. Sin dal suo debutto a fine anni ’90, questa moto spinta dal poderoso ma modesto motore da 1.3 litri si è rivelata essere un punto fermo della scena del turismo sportivo, in gran parte grazie al suo cockpit ergonomico e alla sua erogazione lineare. Con il grande aggiornamento del 2015, che purtroppo non è mai arrivato in Australia, la scena custom ha compreso il potenziale di questa grande moto (merito anche del programma Yamaha Yard Built)” ci racconta Jeremy.

Quindi, quando Salé ha avuto la brillante idea di rivolgersi a Deus per trasformare la sua XJR in una versione più cattiva, più brutale e più performante senza però rinunciare alla sua linea originale, alle sue caratteristiche essenziali e a quel carattere che l’ha resa amata in tutto il mondo, Jeremy non poteva che essere più felice e onorato di trasformare questa idea in realtà.

LA MOTO

Il primo passo è stato quello di smontare l’intera moto. Via il vecchio e ingombrante codino, via la lunga sella, via le fiancatine e lo scarico originale. Già semplicemente rimuovendo queste poche parti la moto appariva più snella, moderna e leggera. Il telaietto posteriore è stato modificato per poter ospitare la nuova sella. Jeremy ha poi battuto a mano i nuovi pannelli laterali in acciaio per continuare la linea del serbatoio e per sposarsi perfettamente con la nuova sella in pelle.

All’anteriore poco o nulla è rimasto della moto originale: via il cupolino, via il faro, il manubrio, la strumentazione e i comandi originali. Un nuovo manubrio Rizoma ospita la strumentazione Motogadget Motoscope Pro, i nuovi controlli Purpose Built Moto 3 e i nuovi specchietti bar-end, sempre Rizoma. Il nuovo compatto ma potente faro anteriore è un’unità LED PBM Flashpoint.


Una volta montati questi elementi di design e di alta qualità, Jeremy ha voluto apportare qualche modifica anche al motore, giusto per rendere il tutto un po’ più “piccante”. 4 scintillanti filtri CNC Billet Top XVO forniti da DNA Filters hanno permesso al motore quattro cilindri di aspirare più aria; per sfruttare al massimo l’aria extra la XJR è stata equipaggiata con una nuova centralina Power Commander V, successivamente la moto è stata portata al banco prova e messa a punto perfettamente. Per completare l’opera Jeremy ha scelto uno scarico Conic 70’s di SC Project, la ciliegina sulla torta che ha permesso di scaricare tutta la potenza extra e che ha donato alla XJR un sound ancora più potente.


Dopo aver speso tempo ed energie per farla andare più veloce, era necessario pensare a come farla fermare più in fretta. Così oltre alla nuova pompa frizione, l’intero impianto frenante è stato sostituito: nuova pompa freno, dischi maggiorati e pinze a 6 pistoncini firmati Discacciati, e tubi in treccia Hel.


Il tocco finale è stato dato dalla nuova verniciatura realizzata da Sydney Custom Spray Painting: una colorazione in nero lucido scintillante e il logo DEUS in stile anni ’70 nero opaco che dal serbatoio continua sulle fiancatine laterali. Il tutto impreziosito dalle note di rosso acceso dei tubi freno e dei dischi anteriori.

Nulla di pomposo. Poche modifiche ma ben mirate: interventi intelligenti, sensati, che hanno migliorato l’esperienza in sella, che hanno esaltato la guidabilità e che hanno reso questa belva da oltre 200 Kg ancora più veloce di quanto già non fosse. Una gran moto resa ancora più grande.

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