Il sole picchia forte e riflette sulle vetrate dei grattacieli in città. Scoccano le cinque e le piazze urbane sotto gli uffici si svuotano, per lasciare spazio alle crew di skaters, pronte a sfidarsi all’ultimo trick tra risate e schiocchi di tavole che saltano in aria. It’s skateboard baby, e le regole le conosciamo bene.
La telecamera si gira dall’altra parte della piazza. L’occhio percepisce il colpo di colore che ci caratterizza. La nostra personale esplosione primaverile. I rumori che provengono da laggiù sono diversi. Niente voci, niente urla. Solo il suono delle ruote sull’asfalto e, di tanto in tanto, qualche grattata educata. È proprio lì che ci dirigiamo. Giù gli scooter, su le tavole. È tempo di ballare.
Perché il mondo del longboard dancing è così: musica nelle orecchie, concentrazione massima sui movimenti fluidi del corpo e un’unione quasi spirituale con la tavola. La grazia che incontra l’abilità nella gestione della board e una fisicità dove i muscoli fanno di tutto per muoversi in armonia. Lo sapete, sì che lo sapete. Perché negli ultimi anni su Instagram e TikTok avrete sicuramente visto, almeno una volta, un reel o un video di longboard dancing. Di ragazzi e ragazze che, leggeri nell’aria, ballano su tavole lunghissime. A Parigi, ad esempio, c’è una community fortissima. E li avrete visti anche in diversi videoclip musicali. Da Made dei DUB FX alla più nota Dark Necessities dei Red Hot Chili Peppers.
Lo sappiamo che, anche solo per un istante, avete pensato di prendere una tavola e provarci anche voi. Quel mood così tremendamente e naturalmente stilish piace a noi, così come a voi.
Se il longboard classico è un po’ come il “surf da marciapiede”, il dancing ha un ingrediente in più: la danza. E poi c’è la tavola, più lunga di uno skate classico e più flessibile di una tavola da longboard tradizionale. Una tavola da dancing misura normalmente tra gli 85 e i 110 cm ed è larga circa 25-30 centimetri. Più la tavola sarà lunga e più la superficie sulla quale danzare sarà stabile.
I ballerini vengono dallo skate, dai pattini quad o in linea, e alcuni non disdegnano il freeride. Ma c’è anche qualcosa in più.
La piazza inizia a svuotarsi. E i tramonti posticipati della primavera ci lasciano più tempo per skateare, per ballare e intrecciarci sul viale principale. Il longboard dancing è una coreografia sulla tavola in movimento, un susseguirsi di volteggi e impercettibili cambi di direzione che assecondano gesti eleganti del corpo. E poi sono ore e ore di prove per portare a casa quella figura, quella presa rovesciata della tavola. Sì, c’è la performance di mezzo anche qui, ma il risultato arriva solo se sensibilità, estro ed equilibrio personale trovano una lingua comune.
Il dancing è una dimensione intima, quasi privata. Incanala l’adrenalina nel gesto controllato, che risulta liberatorio per chi lo muove e rivoluzionario per chi lo guarda. Induce il corpo, il legno e le ruote a fare squadra, a muoversi all’unisono. Anche se ci si ritrova sempre con gli altri ai soliti posti, la tavola è un palcoscenico dove gli spettatori non contano poi così tanto. Potremmo rimanere qui fino a sera inoltrata, illuminati dai grattacieli in assetto notturno e dal chiaro di luna. Per poi tornare a casa ballando.