Ottobre non poteva essere più infuocato di così: le temperature record tengono ancora banco ai notiziari, la lotta al titolo MotoGP resta tutta da decidere e noi piloti del Fast Endurance siamo pronti a riscaldare la notte di Misano. L’appuntamento conclusivo del trofeo prevede una spettacolare gara notturna il sabato e poi tutti di nuovo in pista per gara 2 la domenica mattina. Ecco il vero “back to back”, ecco il fascino delle endurance.

Signore e signori, scaldiamo i motori e accendiamo i fanali, perché in questo weekend di Ottobre con Halloween alle porte, si corre col buio!

L’attesa per il finesettimana di gara inizia a sentirsi sempre con qualche giorno d’anticipo. Si parte con l’organizzare tutto il materiale, ipotizzare i tempi di trasferta e cercare di programmare le attività delle giornate. Ogni gara porta con sé qualcosa che la rende speciale e questa volta dobbiamo prepararci alla endurance in notturna, oltre che a concludere il campionato.

Il Venerdì (13) parte di corsa: scopriamo all’ultimo che il calendario delle prove libere è stato anticipato di un’ora e prendervi parte in tempo si dimostra una sfida. Per fortuna con noi ci sono Luca Vizzini di Indivisual e la sua gang, che ci aiutano a stemperare la tensione. Luca ha creduto nel nostro progetto regalandoci il concept grafico (pazzesco) di moto e tute. Lo scopo di oggi è riprendere confidenza con la pista e iniziare a comunicare al team dei meccanici Guareschi le sensazioni in sella. Ancora niente ansia da tempi: sarà un weekend dove passeremo molto tempo in moto, cerchiamo di scioglierci e trovare un assetto che ci faccia girare forte, ma “comodi”.

Uno degli aspetti più belli di questo trofeo è stare in moto: sembrerà banale, ma rispetto ad altri campionati, al Fast Endurance lo si fa parecchio. Vediamo ad esempio il programma del weekend di Misano: venerdì 4 turni di libere da 20 minuti divise tra i due piloti.  Sabato mattina ore 10:45 primo turno di qualifiche da 20 minuti a testa, pomeriggio 15:45 secondo turno di qualifiche con altri 20 minuti per pilota. Sabato sera alle 19:00 ingresso in pista per la gara notturna di un’ora e mezza. Meritato (ma breve) riposo e domenica ore 11:45 gara 2 della durata di un’ora. Totale? 2 ore e mezza effettive di moto per ogni pilota. A bruciare non sarà solo l’orgoglio degli sconfitti, garantito! Perciò calma e misuriamo le energie: dovremo scaldarci al momento giusto per infuocare con gli altri piloti l’arena di Misano.

Ci ritroviamo tutti al Briefing. Nell’aria si sente l’hype di essere qui a fare qualcosa di incredibilmente figo! Talmente figo che quest’anno anche il CIV ha messo a calendario una corsa in notturna qui a Misano. E credetemi: fior fiore di piloti han fatto la fila per partecipare! Noi siamo al secondo anno e quasi ci sentiamo veterani.

In men che non si dica è sabato mattina e procediamo con le operazioni di rito: benzina alla moto, colloquio con i Guareschi per l’assetto e poi si entra nel giusto mood. Attaccare e staccare la concentrazione in modalità gara è tanto necessario quanto difficile: a tenerla tutto il giorno non ti godi niente e arrivi al pranzo del sabato che sei già da buttare. Al contrario, non entrare mai nella competizione ti fa lasciare qualcosa per strada. Non esiste sensazione peggiore di non aver dato tutto.

Le moto vengono portate in pitlane e i piloti con fascia blu si preparano. Alberto è pronto, mi fa segno di tirarlo giù dal cavalletto, fist bump ed entra. A fine turno il tempo non è male, ma non è soddisfatto. Infilo casco, guanti ed entro. La moto non dovrebbe essere molto diversa da ieri, ma purtroppo non è così. In uscita dalla 6 un brivido: parte dietro e per poco non me la metto per cappello. È vero che è il primo sinistra dopo tanti destra, ma easy, il weekend è lungo e qui abbiamo appena iniziato. Finisco il turno consapevole che dobbiamo lavorare sulla moto e appena sceso, andiamo a riferire le sensazioni ai meccanici.

Il clima è incredibilmente mite, rispetto a ieri c’è un filo d’aria che potrebbe aiutare a non far appoggiare l’umido sulla pista stanotte. Fingers crossed e speriamo bene. Entra Alberto determinato a migliorare il suo tempo, ma non ci riesce ed esce abbastanza contrariato. Devo entrare. La moto inserisce meglio, ma passo sempre in curva 6 sulle uova. Dopo un paio di giri sento la frenata meno efficace e concludo anche io senza aver migliorato il risultato della mattina. La sensazione è di non aver saputo sfruttare bene le qualifiche. Pazienza, partiremo un po’ indietro. Questo però ci semplifica nella scelta dell’approccio alla gara: fuoco dall’inizio alla fine. Se è vera la sensazione che mi dice di averne di più, in gara verrà fuori.

Andiamo di nuovo a colloquio con Guareschi per azzeccare l’assetto: non so davvero come faccia il Guaro a tradurre il mio gibberish in click di forcella e giri di ammortizzatori. Ma ne abbiamo un gran bisogno se vogliamo una gara all’attacco. Parto io per la notturna e credetemi, ho una gran voglia di entrare e vedere cosa riusciamo a fare. Il tramonto ci indica che è ora di prepararci e il colore rosso del cielo ci ricorda cosa fare: incendiare Misano e il pubblico rimasto per vedere questo spettacolo.

Le moto escono dai box e i motori iniziano a rombare, prima sommessi e poi sempre più pieni man mano che salgono di giri. Sento l’adrenalina e mi godo la sensazione che mi regala. Sembra una sorta di formicolio sulle dita delle mani e sulla nuca. Semaforo verde di pista aperta, posso entrare per schierarmi. Le Rio sono un po’ al buio, bisogna aspettare la Quercia per chiamarlo sighting lap e constatare che la pista è perfetta: niente umidità e temperatura fresca.

Le luci artificiali dell’autodromo e i nostri fari a led celano l’ultimo rossore del tramonto, facendo sembrare tutto immediatamente più buio. Alberto mi aspetta alla nostra casella e ci posizioniamo. I motori ammutoliscono per lasciare spazio alle procedure di partenza. Lo speaker percorre la griglia e il pubblico presente risponde con affetto. È il momento di scendere dalla moto e andare dall’altra parte della pista per la partenza stile Le Mans. L’autodromo si è zittito. Uno sguardo a chi mi precede, uno a chi mi segue e poi occhi fissi sulla bandiera del Direttore di Gara che darà lo Start. La sventola e Via!

Corro, salgo in moto, accendo e parto. Scarto di colpo a destra per evitare una moto che esce a fionda e m’infilo tra lei e l’erba per superarne un’altra. Ho guadagnato molte posizioni, ma arriva presto curva 1. Per evitare il contatto mi sposto tutto a destra e ora sono bloccato all’interno. Per la Variante del Parco devo chiudere tanto il gas e vengo passato. Rapida stima dei danni: in partenza molte moto sembrano essere rimaste al palo, io sono scattato benissimo ma mi sono intruppato. Dove sarò? Non ne ho idea e poi non è il momento di fare calcoli: abbiamo detto fuoco? Allora prendiamo il ritmo e cerchiamo di prendere quelli davanti.

I riferimenti di notte sono molto più a sentimento che di giorno. Mi sento bene, ma non velocissimo. In compenso la moto mi piace molto. È leggera da spostare nel Curvone, ma con un davanti che ispira fiducia e mi consente di portare velocità in curva. Tempo di capirci qualcosa ed è già la fine dello stint. Chiudo il giro e rientro. Siamo al box 1, quindi va percorsa tutta la pitlane per raggiungere Alberto. Al cambio pilota la moto per qualche secondo non ne vuole sapere di riaccendersi. Quando riparte, capiamo che questo intoppo è stato sufficiente per farci retrocedere. Sfrutto la pausa per riprendere fiato e guardare i tempi: non sono male considerato che ci sono da riprendere tutte le misure, però sento che si può migliorare.

Alberto rientra, salgo in sella e riparto. Immettendomi in pista butto l’occhio alla Variante per vedere se arriva qualcuno: nessuno, il buio. Allora guardo avanti alla ricerca di qualcosa, ma niente. Siamo finiti in un buco nero e per migliorare il tempo sul giro dovrò contare solo sui miei riferimenti. Alla Quercia arrivo sistematicamente lungo, mentre quando inizio la frenata del Tramonto capisco che avrei potuto andare molto più profondo. Posso fare meglio di così! La moto è perfetta e mi sento bene, mi sto divertendo tantissimo e con i giri mi sono fatto sotto a una moto. Da una flebile lucina in lontananza è diventata un bagliore negli occhi e questo mi sveglia dalla guida in solitaria.

I marshall espongono il cartello di cambio, “caspita proprio adesso?”. Dovrò cercare di sfruttare il giro che mi porterà ai box per andargli sotto il più possibile. Faccio un bel giro e mi pare proprio di aver guadagnato qualcosa: resta solo entrare in pitlane a cannone dietro di lui. Raggiungo Alberto, se facciamo un cambio veloce usciamo attaccati! Alberto monta in sella, preme lo starter e… niente! La moto di nuovo non parte. L’equipaggio con cui eravamo in gara ci sfila. Alberto le prova tutte e finalmente, dopo l’ennesimo tentativo, la moto si rianima.

Non ha senso innervosirsi, anche queste sono le gare. Voglio solo rientrare a fare bene. Manca ancora molto alla fine del turno di guida di Alberto, ma sono già pronto. Ho voglia di riprendere da dove ero rimasto. Alberto rientra. Io non sto più nella pelle: salto sulla moto che non mi tradisce e riparto. Entro immediatamente dietro due equipaggi che sono in lotta tra loro. Già da dove frenano per affrontare le Rio mi accorgo che hanno tutto un altro passo, ma è l’occasione che stavo aspettando: sarà un ultimo stint di fuoco!

Dai loro scarichi escono i bagliori dei ritorni di fiamma nelle scalate violente e nel buio della notte di Misano sembra magia. I due prendono margine nelle curve 3, 4, 5 e 6. Io mi butto dentro a tutta per mantenere il distacco alla Quercia e dal Tramonto in poi ho l’impressione di guadagnare qualcosa. Non è sufficiente per stare lì, ma il loro fanalino mi accende e finalmente sto correndo al meglio delle mie capacità. Il punto che godo da matti è l’inserimento veloce alla 13 e la manata di gas prima di tirare via due marce per fare il Carro. Sguardo fuori dalla curva cercando di andare sul gas il prima possibile. È una libidine, la moto è precisa e mi fido a sfruttare tutta la pista. Poi, dal niente, il cartello Cambio.

Mai come stasera arriva come un limitatore: a tagliare di colpo e interrompere un momento di puro gusto. La notte, le luci, i bagliori, la velocità e il cronometro di Misano mi danno ragione: I’m on fire! Realizzo il mio best lap abbassando di 1 secondo il tempo delle qualifiche e il mio nuovo miglior personale.

Alberto prende la moto e riparte per l’ultimo turno e chiudere l’ora e mezza di gara. Questa sera è andata così, gli intoppi fanno sì che la classifica non rispecchi il nostro reale valore, ma sono riuscito a dare tutto e sono molto soddisfatto. Ora andiamo a riposare qualche ora, perché non è finita: domani tutti in griglia per gara 2!

Generalmente il sonno dopo una giornata in pista è per me molto agitato, immaginate cosa possa essere stasera andare a dormire con ancora i bagliori dei fanali negli occhi. Al risveglio non c’è tempo per rimanere imbambolati. Ho giusto occasione di parlare col Guaro della moto di ieri sera e prendermi un mezzo complimento, ed è già il momento di schierarsi per gara 2. Parte Alberto e sarà fondamentale entrare in modalità race istantaneamente. È sempre così: chi inizia si sente addosso la responsabilità della partenza. Sa che dovrà tenersi largo per uscire dalla mischia e avere mille occhi finché il gruppo non si sgrana. D’altro canto il secondo pilota ha a disposizione solo i metri in uscita dalla pitlane per entrare e dare tutto.

Il Direttore di gara e la bandiera danno il via all’ultimo match di questo meraviglioso campionato. Alberto parte e a me non resta che cercare di concentrarmi. Al suo rientro prendo la moto e sono subito tallonato da un equipaggio che è caldissimo e probabilmente ha ritardato il cambio pilota. Mi metto dietro di lui, ma al primo passaggio utile entra ai box e resto da solo. I riferimenti di ieri sono da rifare e mi serve tutto il primo stint per trovarli. Espongono il cartello di Cambio e rientro. Durante il turno di Alberto mi rendo conto che questa gara è di un’ora, e che i turni di guida a disposizione sono due per pilota. Il primo lo abbiamo fatto entrambi, Alberto è dentro per il suo secondo e poi ci sarà il mio. Ho davanti a me l’ultimo stint di questa stagione.

Dovrei stare seduto per recuperare, ma ormai sonno e stanchezza non li sento più e non riesco a stare fermo. Non è ansia, è smania! Non sto nella pelle! Alberto rientra e la moto oggi non ci tradisce. Mi immetto in pista a testa bassa, trovo da subito confidenza e inizio ad andare forte. Mi supera il 75 che se non ricordo male dal display dei tempi dev’essere appena sotto il podio: picchia come un fabbro. Io sono in palla e qualche curva riesco a farla in scia prima di farmi prendere quei pochi incolmabili metri. I giri passano però è lì ed è per me uno stimolo incredibile. Passo sotto il traguardo quando mancano 24 secondi al termine dell’ora di gara, significa che questo giro appena iniziato, sarà il conclusivo.

Mi verrebbe da dire “stringo i denti”, ma non sarebbe vero. Mi sto divertendo al punto da non sentire la fatica, ho fatto dei giri a fuoco e sono euforico. Un ultimo passaggio al Curvone a gas spalancato con i giri che salgono a moto inclinata. Lo si tiene lì anche alla 12, poi pinzata e via una marcia per la 13 con il ginocchio destro che sfiora l’asfalto. Manata di gas, conto 1001, 1002 chiudo la manetta, freno in mano e giù due marce per entrare al Carro. La moto gira da sola: sembra chiedermi dove voglio mettere la ruota davanti. Tiro la 15 e in uscita dalla 16, la Misano, eccola lì: la bandiera a scacchi!

Non riesco a contenere la gioia. Faccio tutto il rettilineo in 5a con il motore che chiede pietà, ma il rumore che rimbalza sul muretto e torna al casco è qualcosa di indescrivibile. Uscito dalla Variante del Parco caccio un urlo che ha dentro tutto, inclusa tanta (tanta) soddisfazione. I Marshall sono a bordo pista, applaudono i piloti nel giro di rientro e io me lo prendo tutto e butto le braccia al cielo. Nel tragitto verso il parc fermé vedo il team dei Rapaci che festeggia la prima e la seconda posizione in campionato. Sono stati fantastici e rappresentano a mio avviso un esempio per correttezza, sportività e approccio alla vita. Bravi ragazzi, davvero complimenti.

Chiudiamo la gara guadagnando posizioni e a due giri dalla fine, ritocco il mio best. La ciliegina sulla torta.

Questa è stata una stagione di crescita e maturazione. Infatti, non sono mancate le sfide. A partire dalla prima gara a Vallunga col battesimo dell’acqua: un’ora e mezza di corsa sotto una pioggia incessante. Lo dico piano, ma è andata benone. Gara due faticosissima per problemi di assetto dovuti alle condizioni miste della pista. Cremona senza Alberto, corsa con Lupo. Una cosa che consideravo così remota che sarei stato contento già solo se lo avessi trovato scartando un pacchetto di figurine. Il lutto del Mugello e quello che inevitabilmente ti muove dentro. Infine questo weekend, massacrante ma magico, atteso, sognato e che ha saputo regalarci emozioni e ricordi indelebili. Non so se sono riuscito a incendiare Misano, ma io di sicuro lo ero. Lo sono e lo sarò ancora per qualche giorno. Ora che l’adrenalina è scesa e si fa spazio la fatica che una prova come questa lascia, realizzo che nell’arco di questa stagione ho dato tutto quello che potevo dare. Ho saputo viverla con entusiasmo e tirare fuori il meglio di me. Questo, lo dico con un pizzico di orgoglio, mi rende molto felice.

Sono curioso di scoprire quali nuove sfide porterà con sé l’inverno. Nel mentre un grazie sentito alla redazione di Wheelz che ci ha dato spazio per raccontare la nostra stagione e a tutti coloro con cui l’abbiamo condivisa: i piloti del Fast Endurance, i meccanici di Guareschi, i commissari FMI delle verifiche tecniche e la spugna nel serbatoio, che non è mai abbastanza. KYT Helmets, AWA Racing e Indivisual Creative che hanno creduto in noi. Che dire, Go out and flat out! 

A presto!