Sei seduto al tavolino di un bar, chiacchieri con uno sconosciuto e si arriva a parlare di passioni. Il tuo interlocutore ti dice che la sua è la moto. E immediatamente te lo vedi su una supersportiva in piega a Jerez, a scannare in enduro o in decollo su un salto. Stesso tavolino, stesso interlocutore: sostituisci motocicletta con motoslitta e chissà perché il fattore agonismo sparisce. Puoi sforzarti fin che vuoi, ma penserai sempre all’antico vaso da salvare dell’Amaro Montenegro, ai video delle spedizioni ad Anchorage o in British Columbia che colonizzavano il palinsesto di Nuvolari TV o ad una scena da video natalizio anni Novanta dei Marlboro Country Travels.

Il tuo cervello non prende neppure in considerazione l’idea di correre con la motoslitta. E sbaglia, perché quello delle gare di snowcross è un mondo molto vivido, patrocinato dalle stesse federazioni motociclistiche che si occupano di MotoGP, SBK o degli International Six Days of Enduro. È il mondo di cui fa parte Federico Amadei, campione italiano 2022 di una disciplina che richiede sacrifici, manico e passione per la meteorologia.

Federico: cingoli “a terra” e manetta pesante. Classe 1984, Federico Amadei è un ossimoro della motoslitta. È un giovane-decano, che a un passo dai quaranta si vede già nella fase finale della carriera nonostante sia nel gruppo di testa a ogni gara e si sia laureato campione per l’ennesima volta non più tardi dello scorso anno. Non ti dà l’idea di voler mollare neppure quando ti dedica qualche minuto mentre impacchetta l’attrezzatura per la gara del weekend successivo, a Vienna. Atleta del Moto Club Alta Val Formazza e punta del team Emmeti, Amadei è uno dei rappresentanti più importanti di questo circus, meno conosciuto, ma che molto ha in comune con i sottomondi del motorsport a ruote che Wheelz racconta in ogni issue.

Dalla legna alla pista. Anche se il contesto è quantomeno particolare, l’inizio di questa storia di certo non ispirerebbe Christopher Nolan per un’intro epica. Il battesimo della motoslitta avviene infatti grazie al nonno di Federico, che tutto è tranne un mago dei trick sulle montagnole di neve o lo smanettone del paese. Ci va a far legna e tutte le altre piccole-grandi commissioni che scandiscono la vita di montagna. D’altronde a Bardonecchia, d’inverno, le motoslitte sono sempre state un elemento ricorrente nel panorama, quasi come i Garelli davanti ai licei negli anni Ottanta.

La chiamata all’agonismo per Federico arriva invece nel 2001, a 16 anni. Ci prova per scherzo, per rompere la quotidianità della moto da cross. Però c’è qualcosa di intrigante, gli amici lo seguono e quindi succede che le due ruote vengono parcheggiate ai bordi della pista: è il turno dei cingoli. Seguono tre anni di gare minori dove Federico promette bene, alla fine dei quali però la carriera sportiva finisce, ça va sans dire, in ghiaccio per un po’. La grande città – Torino – chiama, e il nostro non riesce a conciliare la nuova vita urbana, la preparazione per le gare e la lontananza dalla montagna.

I risultati dopo la pausa di riflessione. Sembra il capolinea del racconto, come lo vive la stragrande maggioranza di noi. Il capitolo del libro in cui la vita ti chiama e devi appendere le scarpe, la racchetta o qualunque altra passione sportiva al chiodo. Quel momento in cui passi da praticante con velleità agonistiche ad appassionato della domenica o dalla prima squadra finisci negli “amatori”, animali mitologici che si allenano una volta al mese e che il Padre Eterno ha dotato in egual misura di invidia per le nuove leve e pancetta crescente.

Ma il mondo dello snowcross è molto più clemente, perlomeno con Amadei. Tornato a vivere a Bardonecchia nel 2010, Federico salta su una nuova motoslitta da competizione, spalanca il gas e inizia a vincere sul serio: due volte campione italiano, due volte iridato del Central Europe Snowcross Trophy, vittorioso una volta anche in Svizzera. Diventa un atleta di punta del team Emmeti e della Federazione Motociclistica Italiana, che lo avrebbe spedito per direttissima in Turchia a rappresentarla ai Mondiali 2023. Purtroppo, il terremoto ha stravolto tutto.

Sacrifici, gavetta e sguardo fisso al meteo tra novembre e marzo. I risultati di Federico sono frutto del talento, che da solo però non basta. Dietro alla foto di un salto durante una gara del campionato italiano ci sono anni e anni di gavetta. Che in questo sport, come nello sci, nel bob o nel biathlon, si concentra tutta tra dicembre e marzo, quando la montagna si imbianca e devi sfruttare la pista più giorni che puoi. Sempre con un occhio speranzoso al meteo – perché se il cielo fa le bizze, le gare vengono spostate e non puoi neppure allenarti – e uno decisamente più preoccupato agli sciatori, che non hanno alcuna intenzione di mollare le loro amate piste agli atleti meccanizzati.

Il tempo è una risorsa così scarsa che, per migliorarsi sempre di più, Federico si iscrive anche ai campionati del circondario – come quello svizzero – che usa come sparring sessions per mettere a punto il mezzo insieme al team Emmeti e al gruppo del Moto Club, la sua grande famiglia allargata. Anche perché nei fine settimana di gara non c’è tanto tempo per il fine tuning: le prove libere e quelle cronometrate sono due sessioni da dieci minuti, in cui l’errore su una lastra di ghiaccio – che non perdona – non si riesce più a rimediare. Tanta pressione, ma sul fairplay non si discute. È un mondo piccolo quello delle motoslitte: dopo le sportellate senza pietà tra le varie manches questi atleti che condividono l’amore per la montagna si trovano tutti a valle per una birra, senza polemiche o necessità di ricorrere alla VAR. E quando non c’è la neve? Bisogna ingegnarsi, tanto motocross e preparazione atletica indoor.

ll team Emmeti al gran completo: Federico Amadei (a destra) insieme a Martina Invernizzi e Jacopo Mussa

Un mondo in crescita. Un passatempo da “montagnini” dirà qualche leone da tastiera in diretta dal divano, guardando solo la punta dell’iceberg. Vi dobbiamo deludere: il mondo delle motoslitte ha le quotazioni in salita. Stanno aprendo le prime scuole sportive e si sono recentemente qualificati anche i primi istruttori federali. Aggiungete qualche interesse un po’ più pop per l’oggetto meccanico (come l’ultima creazione della BeFuel di Fede Perlam) e persino qualche consiglio per gli acquisti da gamer e arriverete anche voi a farci un pensierino.

Anche perché diciamocelo: la ciaspolata verso il rifugio è faticosa, capitomboli con lo snowboard ne avete già fatti abbastanza e il vostro stile con gli sci ai piedi è abbastanza lontano dall’armonia di Gustav Thöni e degli altri della Valanga Azzurra. Datevi alla motoslitta: magari non diventerete veloci come Federico e vincerete solo il cucchiaio di legno, ma non mettete limiti alla provvidenza. Un giorno potreste essere proprio voi a portare in salvo il prezioso vaso dalla tormenta in arrivo.

Photo credits: Federico Amadei, Federazione Motociclistica Italiana, Team Emmeti